Le attività di transumanza, patrimonio mondiale immateriale, caratterizzano il paesaggio autunnale di diverse regioni d’Italia (scopri di più >>). Con l’arrivo dell’autunno iniziano gli spostamenti delle greggi dagli alpeggi estivi verso le pianure, dove trascorreranno i mesi invernali fino a quando, nella tarda primavera, torneranno a salire in montagna. E così, durante una passeggiata, non è raro incontrare anche nelle Aree protette del Po piemontese grandi gruppi di animali che brucano, ovunque lungo il Po ma in particolare nelle zone di confluenza con Orco, Malone, Dora Baltea e Sesia (qui un gregge è presente tutto l’anno), dove i pastori concordano con l’Ente-Parco la sosta e il pascolo in aree idonee alla loro presenza.
L’attività di pascolo è funzionale al mantenimento delle radure e dei prati, ambienti idonei a molte specie vegetali e animali che prediligono questi spazi aperti al bosco. Si è visto, in questi anni, che i pascoli abbandonati sono stati colonizzati da arbusti e poi da alberi che hanno trasformato il prato aperto in bosco. Il pascolo è, dunque, una pratica necessaria da preservare perché favorisce e conserva la biodiversità, produce foraggio utile agli animali domestici e ai selvatici: e da questa catena trae i propri vantaggi anche l’uomo.
Gli animali al pascolo sono affiancati da cani da guardiania, il cui compito è proprio quello di proteggere il gregge o la mandria dalle minacce esterne: coraggiosi e in grado di sorvegliare il bestiame in autonomia sono un valido supporto per il pastore. Per istinto naturale identificano in quegli animali la propria famiglia, quindi è prioritario per loro difenderli e chi, anche inconsapevolmente, li spaventa potrebbe essere considerato un intruso pericoloso.
Attenzione dunque quando ci si avvicina agli animali al pascolo e ai cani che li accompagnano, bisogna evitare movimenti bruschi e repentini che potrebbero impaurire gli animali al pascolo e di conseguenza far reagire i cani in loro difesa: occorre infatti seguire alcune semplici regole per un approccio attento e discreto.
Innanzitutto è bene rimanere a distanza e mai agitare bastoni o lanciare sassi verso gli animali.
Se il cane guardiano viene nella nostra direzione stiamo fermi e non guardiamolo negli occhi, cosa che lui prenderebbe come gesto di sfida. Ci si deve allontanare in silenzio e lentamente fino a quando avrà smesso di abbaiare o ringhiare, segno che non ci ritiene più un pericolo.
Ancora: nel caso in cui ci si trovi in sella alla bici è bene scendere e spostarsi con cautela conducendola a mano, aggirando il pascolo presidiato e gli animali che pascolano.
Altra buona norma: è sempre meglio evitare di portare con sé il proprio cane in aree dove sono presenti animali al pascolo protetti dai cani da guardiania ma se accade è necessario tenere il proprio cane al guinzaglio e allontanarsi da loro con lentezza. Rispetto, attenzione e gentilezza rendono piacevole un incontro speciale.
Fonte: Ufficio Comunicazione Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese