Dal 2 agosto 2010 la parte italiana del Monte San Giorgio è entrata nella Lista del Patrimonio Naturale Mondiale dell’UNESCO, completando il riconoscimento che era stato attribuito nel 2003 alla parte in territorio svizzero.
Il Monte San Giorgio rappresenta la migliore testimonianza di una storia geologica risalente a 230-245 milioni di anni fa e, attraverso le migliaia di fossili rinvenuti dal XIX secolo fino ai giorni nostri, ha permesso di studiare l’evoluzione di alcune specie animali e vegetali.
L’area montuosa a forma di piramide del Monte San Giorgio, adiacente al Lago di Lugano, è la migliore sequenza fossilifera per la vita marina del Triassico Medio (245-230 milioni di anni fa).
Questa sequenza presenta un ambiente di laguna tropicale, separato dal mare aperto, vicino a terre emerse, il cui contenuto paleontologico comprende organismi anche terrestri quali rettili, insetti e piante. Attraverso le migliaia di fossili rinvenuti dal XIX secolo fino ai giorni nostri, ha permesso di studiare l’evoluzione di alcune specie animali e vegetali.
L’iscrizione alla WHL è dovuta alla rispondenza del criterio viii: costituisce una testimonianza straordinaria dei principali periodi dell’evoluzione della terra, comprese testimonianze di vita, di processi geologici in atto nello sviluppo delle caratteristiche fisiche della superficie terrestre o di caratteristiche geomorfiche o fisiografiche significative.
Il Monte San Giorgio rappresenta l’area che singolarmente testimonia meglio la vita marina durante il Triassico Medio, presentando, inoltre, anche resti di organismi terrestri. Il sito ha prodotto molti e ben differenziati resti fossili, spesso di eccezionale completezza e conservazione. La lunghissima tradizione di studi paleontologici e la gestione disciplinata degli scavi hanno prodotto un insieme notevole di collezioni di reperti, ben documentate e catalogate, che sono alla base di un grande numero di pubblicazioni scientifiche di elevata qualità. Conseguentemente, la successione fossilifera del Monte San Giorgio rappresenta il principale riferimento a scala mondiale per tutti i futuri studi paleontologici riguardanti le faune marine triassiche.