Mercoledì 18 aprile alle h. 18:00, presso la Sala Incontri del Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MArTA, si terrà la conferenza dal titolo “Ricerche archeologiche subacquee nelle villae maritimae del Lazio meridionale: Gianola, Sperlonga, Gaeta” a cura del dott. Michele Stefanile, ricercatore presso il Dipartimento Asia Africa Mediterraneo dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”.
Il dott. Stefanile, archeologo subacqueo, responsabile del laboratorio di Archeologia Subacquea e collaboratore per l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, autore fra le molte altre attività professionali di una monografia sulle gentes di origine campana in Hispania, di una quarantina di pubblicazioni scientifiche e di oltre 300 articoli giornalistici, effettuerà un’analisi archeologica approfondita di alcuni siti che consentirà di comprendere come i Romani fossero spesso in grado di costruire direttamente su coste alte e promontori aspri e rocciosi, riuscendo in molti casi a modificare profondamente il paesaggio costiero.
La conferenza, che si inserisce all’interno dell’appuntamento settimanale dei “Mercoledì del MArTA”, propone un approfondimento su una tematica di notevole interesse; nonostante una lunga tradizione di studi sulle grandiose strutture costiere, raramente ci si è concentrati però su quanto delle villae maritimae giace oggi al di sotto del livello del mare, finendo per trascurare paradossalmente proprio quell’interfaccia terra-mare così significativa in architetture di questo tipo.
Dal 2013 l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, in regime di convenzione con la Soprintendenza Archeologica del Lazio, ha intrapreso un progetto di ricerca e di formazione per gli studenti con lo scopo di riconsiderare, documentare e promuovere la conoscenza delle ville marittime di età romana del Lazio Meridionale attraverso ricognizioni e indagini archeologiche subacquee. A Gianola (Scauri), nel corso di due campagne è stato possibile documentare l’intero fronte a mare di una grande villa su terrazze, costruita in età Tardo-Repubblicana e in uso, come emerso nel corso di recenti lavori sulla terraferma, fino al IV sec.d.C. In loc. ‘Porticciolo Romano’ è stata investigata e rilevata la grande peschiera della villa, articolata su più vasche e caratterizzata dalla presenza di numerose sorgenti d’acqua dolce. A Sperlonga sono state eseguite ricerche in acqua all’interno della grande grotta della villa di Tiberio, lungo il litorale antistante, al di sotto dell’abitato moderno e nel settore delle baie di Bazzano e Capovento. In particolare le indagini all’interno della villa hanno permesso di raccogliere una grande quantità di dati sul complesso sistema di vasche e peschiere nell’area della spelunca che dava il nome alla proprietà, e di fornire inaspettate riletture per settori significativi del complesso. A Gaeta, infine, in località Fontania, sono iniziate le attività in una nuova grande villa marittima con vasti settori semisommersi. Anche in questo caso è stato possibile pervenire a nuove interpretazioni e chiarire aspetti non secondari relativi a fasi, cronologie e destinazioni d’uso degli ambienti indagati.
Fonte: MiBACT