Dal 21 aprile riapre al pubblico uno dei tanti gioielli del Centro Storico di Napoli Patrimonio Mondiale: si tratta della Villa Floridiana, che nel corso di questo lungo periodo di chiusura al pubblico è stata oggetto di un fitto programma di riordino e manutenzione del verde che prelude l’intervento di restauro complessivo. In questa prima fase l’ampio intervento ha riguardato la pulizia e la rimozione di tronchi e rami caduti, fogliame e parti secche, per consentire il ripristino e la riapertura di numerosi viali da anni preclusi al pubblico e ampliare molto l’area verde percorribile.
Villa Floridiana era parte della più vasta tenuta che Ferdinando I di Borbone, re delle due Sicilie, donò ne 1815 alla seconda moglie Lucia Migliaccio di Partanna , che ne fece la sua residenza estiva. Il complesso si estendeva per più di 18 ettari dalla collina del Vomero, fino alla Riviera di Chiaia e lo stesso sovrano fece apporre la scritta a lettere dorate “La Floridiana” sul cancello d’igresso in onore del titolo nobiliare della moglie, duchessa di Floridia.
La villa venne realizzata dall’architetto Niccolini – allievo del Vanvitelli – tra il 1817 e il 1819 secondo il gusto neoclassico, a seguito della ristrutturazione di un edificio preesistente. Il parco della Villa Floridiana è una scenografica alternanza di tortuosi sentieri e ombrosi boschetti, bellissimo quello di camelie, con ampie zone occupate da praterie e aperte verso il golfo, in un’affascinante sintesi di elementi geometrici e di soluzioni prospettiche.
Nella fitta vegetazione del parco, la cui cura fu affidata al direttore del Real Orto Botanico Friedrich Dehnhardt, accanto alle grotte già esistenti (dimora di animali esotici che il re si faceva portare dallo zoo allestito nel parco della Reggia di Portici), furono inseriti altri pittoreschi elementi, come il grazioso Teatro all’aperto detto della Verzura. La struttura a pianta ellittica è delimitata da una bassa siepe di mirto, da quinte arboree sulla scena e da una doppia gradinata di piperno nella platea.
Luogo di grande bellezza, è prezioso anche dal punto di vista paesaggistico, giacché il bosco di lecci, pini, platani, cedri e cipressi rappresenta un’importante sopravvivenza della vegetazione che per secoli ha caratterizzato questo versante collinare, mentre il giardino all’inglese, impostato da Niccolini e ulteriormente arricchito dall’architetto Lamont Young, presenta scale e dirupi, grotte e affacci, finte rocce e fontane, elementi naturalistici e opere edilizie, che creano un suggestivo insieme pittoresco, atto a creare molteplici “sorprese” e punti di osservazione, verso il fitto bosco o viceversa verso il panorama su Napoli e il golfo, con Capri sullo sfondo.
Dopo la morte della duchessa l’edificio e il parco subirono numerose trasformazioni da parte degli eredi fino al 1919, anno in cui la Villa venne acquistata dallo Stato e destinata nel 1931 a sede museale. Oggi la Villa ospita il Museo delle ceramiche Duca Di Martina che comprende seimila opere di manifattura occidentale e orientale, databili dal XII al XIX secolo.
Da mercoledì 21, dunque, sarà possibile di nuovo accedere alla Villa Floridiana dall’ingresso di via Cimarosa, percorrere non solo il viale centrale, ora pulito, ma anche il viale degli Agrumi, fino all’area dell’aiuola grande – dove, insieme alla pulizia del prato, è stato rimosso il ceppo d’albero abbattuto dal maltempo – e proseguire, grazie a percorsi principali e secondari liberi dopo parecchi anni, fino all’area del Belvedere, aperta sul paesaggio eccezionale che caratterizza il complesso della Floridiana. Qui, grazie agli interventi di pulizia e manutenzione appena conclusi, è di nuovo possibile raggiungere la facciata meridionale dell’edificio della Villa, percorrere lo scalone monumentale a doppia rampa con le sue fontane, affacciarsi e godere del suggestivo panorama della città e del golfo, raggiungendo anche il confine occidentale della Villa, dove si potrà entrare di nuovo nel Tempietto ionico che, ripulito dalle scritte e tag che lo ricoprivano, è finalmente accessibile.
Parallelamente, si sono completati anche i lavori nel Museo Duca di Martina, dedicati a potenziare la sicurezza della struttura e delle collezioni ospitate, che verrà riaperto insieme agli altri Musei della Direzione regionale appena le condizioni legate all’emergenza Covid lo consentiranno, dopo la data del 26 aprile.
Fonte: Direzione regionale Musei Campania