Le comunità che sono parte del sito Patrimonio Mondiale delle Dolomiti festeggiano proprio in questo periodo i 10 anni di iscrizione alla World Heritage List.
Era infatti il 2009 quando i nove sistemi montuosi che compongono le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità hanno ricevuto l’importante riconoscimento poichè esse comprendono una serie di paesaggi montani unici al mondo e di eccezionale bellezza naturale. Le loro cime, spettacolarmente verticali e pallide, presentano una varietà di forme scultoree che è straordinaria nel contesto mondiale. Queste montagne possiedono, inoltre, un complesso di valori di importanza internazionale per le scienze della Terra.
La quantità e la concentrazione di formazioni carbonatiche estremamente varie è straordinaria nel mondo, e contemporaneamente la geologia, esposta in modo superbo, fornisce uno spaccato della vita marina nel periodo Triassico, all’indomani della più grande estinzione mai ricordata nella storia della vita sulla Terra. I paesaggi sublimi, monumentali e carichi di colorazioni, delle Dolomiti hanno da sempre attirato una moltitudine di viaggiatori e sono stati fonte di innumerevoli interpretazioni scientifiche e artistiche dei loro valori.
Il Comitato del Patrimonio Mondiale ha riconosciuto alle Dolomiti (crit. vii) lo straordinario valore paesaggistico e naturalistico delle Dolomiti. Il loro fascino e la loro bellezza derivano da una grande varietà di forme verticali spettacolari, come pinnacoli, guglie e torri, in contrasto con le superfici orizzontali tra cui cenge, balze e altipiani, il tutto emergente all’improvviso da estesi giacimenti detritici o da dolci colline. A ciò si aggiunga l’estesa gamma di colori creata dai contrasti tra le spoglie e pallide rocce e le foreste e i prati sottostanti. Le montagne risaltano come guglie, alcune isolate, altre unite a formare estesi paesaggi. Il territorio delle Dolomiti ha coniato il nome all’archetipo “paesaggio dolomitico”; (viii): le Dolomiti hanno avuto origine nel Triassico (circa 250 milioni di anni fa) dall’accumulo di conchiglie, coralli e alghe in zone con latitudine e longitudine diverse dall’attuale, dove esistevano mari caldi e poco profondi. Sul fondo dei mari si sono andati ad accumulare centinaia di metri di sedimento che si sono poi trasformati in roccia. Il successivo scontro tra la placca europea e la placca africana ha fatto emergere le rocce innalzandole ad oltre 3000 metri sopra il livello del mare.