Nella notte fra mercoledì e giovedì, presso il Real Polverificio Borbonico di Scafati di pertinenza del Parco archeologico di Pompei, i Carabinieri di Pompei hanno compiuto un’incursione per estirpare una piantagione di marijuana impiantata da ignoti, in una parte inaccessibile del Parco, nascosta da una fitta vegetazione.
Da oltre un anno il Parco di Pompei sta procedendo a bonificare l’intero complesso monumentale dai rifiuti che gli anni di abbandono avevano portato a trasformare in vera e propria discarica abusiva.
Con il completamento della bonifica dei rifiuti, ormai prossimo, si è avviata anche la bonifica della vegetazione infestante per liberare l’area e poter avviare il cantiere di recupero e restauro che consentirà la riapertura al pubblico di 5 ettari del parco storico, caratterizzato dal lunghissimo Viale dei Platani in doppio filare.
Insieme a tali operazioni si è avviata la procedura per la rete di videosorveglianza perimetrale del complesso che, una volta attiva consentirà di avere il pieno controllo del monumento.
Ad oggi, approfittando della presenza di alcune parti del complesso ancora infestate dal verde e dai rovi e quindi del tutto occluse alla vista dalla vegetazione, si sono introdotte delle persone che, dietro la coltre verde e alle spalle dell’alto muro di cinta in pietra, hanno organizzato una vera e propria piantagione di marijuana, ora estirpata e bonificata grazie all’intervento dei Carabinieri.
“Ringraziamo le forze dell’ordine per l’eccellente lavoro effettuato contro queste operazioni criminali. – ha dichiarato il Direttore Generale Gabriel Zuchtriegel – L’intervento dei Carabinieri è di fondamentale sostegno ai progetti di sviluppo che il parco sta portando avanti per la riqualificazione di tutta l’area. Proprio in questi giorni è stata avviata una procedura per affidare importanti lavori di riqualificazione del verde, finalizzati alla riapertura al pubblico di parte del complesso come parco. L’ impegno del parco archeologico di Pompei, attraverso i progetti messi in campo è quello di trasformare quanto finora è stato sfruttato in maniera illegittima in un bene di tutti e restituire alla comunità e alle famiglie un grande spazio verde urbano, pubblico e accessibile, evitando che si verifichino ancora episodi del genere.”