Continua il cammino della fusione del Parco archeologico di Elia-Velia con quello di Paestum. Nuovo e importante step è la nascita del biglietto unico: il biglietto vale 3 giorni dal primo ingresso e comprende un accesso al museo e all’area archeologica di Paestum e un accesso all’area archeologica di Velia.
Con il Decreto del CdM dello scorso dicembre 2019, che ha portato ad una riorganizzazione del MiBACT, il Parco Archeologico di Elia-Velia è stato accorpato al Parco Archeologico di Paestum al termine di una lunga azione di concertazione fra gli enti territoriali del Comune di Ascea e il Parco Archeologico di Paestum, ente autonomo. Secondo la nuova visione, una struttura amministrativa unitaria a gestione integrata, diretta da Gabriel Zuchtriegel, consente di ottimizzare le risorse ed estendere le attività di promozione e valorizzazione ad un contesto culturale e paesaggistico più ampio, così come individuato dal Centro del Patrimonio Mondiale al momento dell’inserimento nella World Heritage List.
Gli Scavi di Velia-Elea, sono infatti dal 1998 nel sito Patrimonio Mondiale de “IL PARCO NAZIONALE DEL CILENTO E VALLO DI DIANO CON LE AREE ARCHEOLOGICHE DI PAESTUM E VELIA E LA CERTOSA DI PADULA” ma il territorio di riferimento è al centro di un consistente problema di gestione locale, tanto che la stessa area degli Scavi di Elia-Velia è stata oggetto di una interrogazione parlamentare da parte della deputata Marta Ferraioli.
Se l’accorpamento, come si legge nell’interrogazione presentata, è stato strumentale sia a una migliore gestione che a una migliore politica di valorizzazione delle due aree archeologiche, che contribuiscono alla ricaduta occupazionale, economica e sociale sull’intero territorio, esiste però un vulnus importante che non è stato ancora risanato e la deputata Ferraioli lo ha messo in risalto. Nell’interrogazione presentata la scorsa settimana, la deputata denuncia che – nonostante l’area in questione sia sottoposta ad una “pregnante tutela paesaggistica” sancita dal D.M. 10 ottobre 1967 e dal DM 2 novembre 1968 e nonostante che nel 2005 la legge regionale n.2 dell’8 febbraio avesse costituito una “zona di riqualificazione paesistica ambientale intorno all’antica città di Velia” – detta riqualificazione non ha ancora vista la luce.
Nella legge regionale sopra citata, l’area del Parco Archeologico era infatti sottoposta ad un Piano Particolareggio “da redigente d’intesa tra il Comune di Ascea, Casal Velino e le Soprintendenze competenti” che sarebbe stato da approvare entro 12 mesi dalla pubblicazione della legge.
Il Piano Particolareggiato doveva prevedere interventi per la riqualificazione degli spazi pubblici, con particolare riferimento alla emergenze archeologiche e architettoniche dell’area; interventi pubblici e privati per la qualificazione dell’edificato esistente; nuovi interventi; la definizione e regolamentazione di aree inedificabili; opere di urbanizzazione e una normativa di dettaglio circa gli interventi ammessi. Ad oggi, però, il piano particolareggiato non è stato adottato.
A detta interrogazione è attesa una risposta scritta che porti luce su questa criticità e canalizzi verso la sua risoluzione le energie degli enti competenti.