A 10 anni dall’iscrizione nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO della serie transnazionale dei Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, il Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna celebrerà a partire dal 25 giugno questo importante anniversario, dedicando una sala della mostra “Sapiens. Da cacciatore a cyborg” ai recenti scavi nel sito palafitticolo di Palù di Livenza che si estende nei Comuni di Caneva e Polcenigo. Grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, il Museo esporrà una selezione di reperti per far conoscere questo sito della Pedemontana pordenonese, archivio archeologico di straordinaria ricchezza e complessità che fa luce sulla vita nelle aree umide nel corso del Neolitico.
Lo stesso giorno, alle 18:30, Roberto Micheli, archeologo della Soprintendenza ABAP-FVG e direttore degli scavi, inaugurerà il nuovo allestimento con una conferenza negli spazi climatizzati della mostra, mentre ai più piccoli sarà dedicata un’attività di “body painting” ispirata dalle “pintadere” esposte. Sarà l’occasione per scoprire questa particolare realtà archeologica, dal 2011 nella lista dell’UNESCO assieme ad altri 110 siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino distribuiti in Svizzera, Francia, Italia, Slovenia, Austria e Germania.
Momenti quotidiani di 6000 anni fa restituiti grazie all’eccezionalità dei reperti presentati: strumenti in legno, “gomme da masticare” in pece di betulla, frutti e altri resti organici conservati grazie alle particolari condizioni umide del sito. Scenari di vita che integrano e spiegano le collezioni neolitiche del territorio di Montebelluna esposte nella sezione archeologica del Museo. Ma il Palù di Livenza è anche un luogo di grande interesse naturalistico, caratterizzato dall’abbondante disponibilità d’acqua e da una grande varietà di flora e fauna: una realtà ambientale tanto ricca quanto fragile.
Non solo archeologia quindi, ma una riflessione sui rapporti tra uomo e ambiente nella preistoria che possono essere letti alla luce della nostra quotidianità con echi nel campo della tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Questo significa far conoscere il Palù di Livenza e le altre palafitte preistoriche iscritte nell’UNESCO per svelare la vita delle prime comunità contadine e le forme di adattamento dell’uomo a specifici habitat naturali quali sono le aree umide dell’area alpina e prealpina.
Fonte: Ufficio Comunicazione e Promozione SABAP Friuli Venezia Giulia