Con la presentazione ufficiale di sabato scorso si è conclusa la prima fase del progetto “In the name of Michelangelo“, promosso dall’Opera di Santa Croce che ha visto la realizzazione di un accurato intervento di pulitura dei marmi, condotto sull’imponente tomba monumentale progettata dal Vasari per la sepoltura di Michelangelo.
“In the name of Michelangelo” è una campagna di fundraising a cui hanno aderito oltre 100 donatori provenienti da 12 diversi paesi del mondo, legati dalla comune passione per per Firenze e per la figura e l’arte di Michelangelo.
I lavori di restauro si sono concentrati soprattutto sulla rimozione degli strati incoerenti di sporco che si erano formati dopo l’ultimo intervento risalente a 18 anni fa, e perché il cantiere non fosse invasivo e “limitante” esso è stato mantenuto a vista, delimitato da una balaustra e aperto al pubblico, in modo che i visitatori potessero guardare gli esperti e i tecnici all’opera.
L’intervento, che include nel suo complesso la ripulitura, le indagini diagnostiche sulla tomba e il restauro della pala d’altare danneggiata dall’alluvione, aveva un preventivo di 100.000 euro: la campagna di raccolta è partita lo scorso settembre dall’Opera di Santa Croce e in poche settimane ha coinvolto un centinaio di donatori, per la maggior parte cittadini statunitensi ma anche inglesi, canadesi, filippini, australiani, finlandesi, spagnoli, norvegesi, cechi australiani.
Le donazioni – da poche decine di euro a decine di migliaia – sono arrivate accompagnate da struggenti dichiarazioni d’amore per Firenze e il suo maestro e un piccolo gruppo di generosi mecenati ha potuto partecipare alla presentazione del restauro completato proprio sabato 24.