Il decennale dell’iscrizione delle Dolomiti nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO è l’occasione giusta per fermarsi, riflettere e ripartire. La collaborazione con la più importante kermesse italiana dedicata al cinema e alla cultura della montagna si è fatta per questo ancora più stretta. Tutte le iniziative promosse dalla Fondazione Dolomiti UNESCO nell’ambito della rassegna saranno incentrate sul tema della “fragilità”.
Fragili, quindi? Le Dolomiti sono tali per sottrazione. Le ha scolpite il tempo e continua a farlo. Anche la presenza dell’uomo tra le Dolomiti è fragile: riesce a restarci solo se sa prendersene cura nel modo giusto. Su questo crinale di senso, reso ancora più scosceso dai cambiamenti climatici, si muove la vita delle valli dolomitiche. Una vita che va continuamente ripensata. Ci aiuterà a farlo, il 28 aprile alle 21.00, nella sala della Filarmonica, il filosofo Vito Mancuso, autore de “La via della bellezza” (Garzanti): “… Ricercare e custodire la bellezza è la via privilegiata per onorare il compito che attende la nostra vita”. Cosa significa avere in custodia un Bene di tutti? Di certo non “possederlo” in senso materiale, ma in senso spirituale sì. Interiorizzarlo, reinterpretarlo di continuo, consapevoli della sua bellezza e della sua fragilità. Il dibattito sarà arricchito dalla presenza dei ragazzi della scuola per il legno di Tesero (TN) e dal loro video “Vaia, the change is here”.
Il giorno precedente l’artista Marco Nones aprirà il festival con una performance inedita, dal titolo “Indifference”: 27 aprile dalle 11.30 in piazza Duomo a Trento, sarà impegnato a scolpire dei cervelli di ghiaccio, destinati a sciogliersi in poche ore. Un richiamo esplicito alla fragilità come conseguenza dei cambiamenti climatici.
Da vedere – La Fondazione Dolomiti UNESCO ha inoltre selezionato, con il supporto della direzione artistica del Trento Film Festival, una serie di documentari dedicati al rapporto fra l’uomo e gli alberi. L’impatto emotivo delle immagini che dal 29 ottobre continuano a circolare sui mezzi di comunicazione ha indotto a una riflessione profonda sul legame ancestrale tra uomini e boschi. A questo è dedicata la selezione intitolata “Amici fragili”: cinque film, usciti tra la fine dell’estate 2018 e l’inizio del 2019, che con sensibilità e finalità diverse, riescono ad aprire orizzonti nuovi, su una relazione che non si esaurisce negli usuali rapporti di contemplazione o sfruttamento.
Lo sguardo, durante il Trento Film Festival, si alzerà anche fino alle vette, per lasciarsi ancora una volta travolgere dal sublime paesaggio dolomitico, grazie alla mostra fotografica di Alessandro Gruzza “La voce delle Dolomiti”, visitabile al Palazzo delle Albere e che verrà ufficialmente inaugurata martedì 30 aprile ore 18.30.
Il Premio Speciale – Per il terzo anno consecutivo, infine, la collaborazione tra Trento Film Festival e Fondazione Dolomiti UNESCO includerà anche un premio speciale, che sarà assegnato a un’opera capace di cogliere e descrivere artisticamente gli stessi valori che hanno consentito alle Dolomiti di diventare Patrimonio Mondiale.
Questa attività è inserita nel progetto “Valorizzazione del territorio attraverso azioni di gestione e comunicazione integrata del WHS Dolomiti UNESCO”, realizzato con il contributo del Fondo Comuni confinanti.