Una passeggiata a Noto Antica per visitare gli scavi archeologici, prima di tenere una lectio magistralis sull’Egitto e sulle sue recenti scoperte nel Paese dei Faraoni nel Salone delle Feste di Palazzo Nicolaci.
Zahi Hawass, egittologo internazionale, è tornato a Noto la scorsa settimana e ha visitato gli scavi archeologici a Noto Antica, ripresi lunedì dagli studenti dell’Università Federico II di Napoli, coordinati dalla professoressa Bianca Ferrara e realizzati in collaborazione con l’amministrazione comunale netina, la Sovrintendenza di Siracusa e l’Isvna (Istituto per lo Studio e la Valorizzazione di Noto Antica).
È stata l’occasione per vedere dal vivo le attività svolte in questi anni: gli scavi sono partiti in una zona addentrata della vecchia Noto distrutta dal terremoto del 1693 e stanno portando alla luce il perimetro di quella che potrebbe essere una abitazione rurale del tempo, considerando anche che a pochi metri è stato scoperto un pozzo, probabilmente utilizzato per l’approvvigionamento dell’acqua.
Zahi Hawass, accompagnato dal sindaco Corrado Bonfanti e dalla professoressa Bianca Ferrara, ha incontrato gli studenti e ha dato loro qualche suggerimento, ricordando l’importanza di aggiornare costantemente la mappa su cui vengono segnati movimenti e scoperte, invitandoli a mettere passione ed attenzione in una professione importante come quella dell’archeologo.
Hawass ha tenuto una lectio magistralis nel Salone delle Feste di Palazzo Nicolaci, gremito per l’occasione, raccontando le recenti scoperte effettuate in Egitto e riassumendo anche un po’ della sua storia nella terra dei Faraoni.
«Siamo molto contenti – ha detto il sindaco Corrado Bonfanti – che Zahi Hawass abbia deciso di ritornare a Noto per una visita più approfondita del sito sul Monte Alveria. Stiamo approfondendo una possibile collaborazione e di questo non possiamo che esserne contenti. Gli scavi archeologici a Noto Antica sono una importante opportunità per tutti noi. Siamo in continua ricerca: una comunità che ha memoria della propria storia ha grande rispetto del proprio presente».