Il sito Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa nasce nel 2007 e ha visto successivi ampliamenti, fino all’ultima l’inclusione di un totale di 94 parti in 18 paesi europei: Albania, Austria, Belgio, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Francia, Germania, Italia, Macedonia del Nord, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina.
Il riconoscimento per le faggete vetuste europee è avvenuto in base al criterio IX, secondo il quale i siti proposti devono «costituire esempi significativi di importanti processi ecologici e biologici in atto nell’evoluzione e nello sviluppo di ecosistemi e di ambienti vegetali e animali terrestri, di acqua dolce, costieri e marini».
Le foreste prescelte formano infatti una rete ecologica composta da 94 aree, la cui eccezionalità è dovuta in primo luogo alla capacità del faggio di dominare in Europa una miriade di diverse condizioni ambientali, dalla pianura ai principali complessi montuosi. La faggeta, un ecosistema diffuso in buona parte del continente europeo, è stata nel corso della storia intensamente utilizzata dall’uomo e il sito seriale dell’Unesco riunisce e tutela diverse antiche foreste, poco o per nulla perturbate dall’uomo, che ancora oggi si sono conservate in alcune aree del nostro continente.
Le faggete vetuste sono indispensabili, oltre che per il loro valore, per comprendere la storia, l’evoluzione e l’area di distribuzione del faggio. Esse si sono sviluppate dopo la fine dell’ultima era glaciale partendo da poche aree isolate nelle Alpi, Carpazi e Pirenei in poche centinaia di anni, attraverso un processo che è ancora in corso. L’espansione all’intero continente è stata possibile grazie all’adattabilità del faggio e alla sua tolleranza alle diverse condizioni climatiche, geografiche e fisiche.
Queste foreste ci possono raccontare, infatti, gli eventi riguardanti il clima e la storia umana negli ultimi secoli, illustrare le complesse dinamiche ecologiche in atto tra le specie che qui vivono, offrire strumenti e modelli per effettuare previsioni e intraprendere linee di gestioni future. Ad oggi, coscienziosi dell’importanza delle faggete, è nostra responsabilità proteggerne l’integrità e garantire la presenza dei processi evolutivi che le contraddistinguono.
In questa rete transnazionale, oltre al valore naturale, il faggio Fagus sylvatica rappresenta una specie dall’alto valore simbolico e culturale, storicamente legata allo sviluppo dei popoli europei. Il nome faggio, in latino fagus, è di origine indoeuropea e fa probabilmente riferimento ai frutti eduli; alla radice indoeuropea (bhak-šati = mangiare) sono legati anche il nome inglese beech e quello tedesco buchen. Il faggio, con la sua ampia distribuzione, copre larga parte del territorio europeo ed è un ecosistema di spiccato valore simbolico per le politiche ambientali transnazionali. A livello locale, l’alto valore simbolico, storico e culturale di queste foreste è testimoniato dall’importanza a loro riconosciuta dalle popolazioni locali, che le hanno rispettate e conservate anche in fasi climatiche avverse e periodi storici meno fortunati, come le due guerre mondiali, fino a consegnarle a noi.
FONTE: https://www.faggetevetuste.it/