Si è tenuta ieri mattina, nella Sala degli Incontri d’Arte della Reggia di Caserta, la conferenza stampa di presentazione del progetto e della mostra “Sete di libertà” – Stili e visioni di donne contro la violenza”.
Il progetto della cooperativa E.V.A., finalizzato a sostenere l’autonomia economica di donne in uscita da situazioni di violenza attraverso l’attivazione di un atelier tessile in un immobile sottratto alla criminalità organizzata, è stato attivato nell’ambito del bando “Supporto alla gestione dei beni confiscati” del POR Campania FSE 2014/2020. “Sete di Libertà” – Stili e visioni di donne contro la violenza” ha portato alla nascita di un’importante “rete”, un partenariato pubblico privato che ha, nelle diverse fasi, contribuito alla creazione di una collezione di capi di abbigliamento e accessori di alta moda per finalità sociali. disegnati dai giovani stilisti del Biennio Specialistico di Fashion Design dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. La mostra, iniziativa selezionata attraverso il bando di Valorizzazione partecipata della Reggia di Caserta, è aperta al pubblico da oggi, 22 luglio, al 25 luglio negli orari di accesso al Complesso vanvitelliano, lungo il percorso museale all’interno degli Appartamenti Reali. La visita all’esposizione è inclusa nel costo ordinario del biglietto di ingresso al Monumento.
“La sinergia tra anime diverse accomunate dall’intento di favorire lo sviluppo sociale ed economico della società, in chiave ecosostenibile, ci ha portato ad accogliere una mostra “sperimentale” – ha affermato il direttore generale della Reggia di Caserta Tiziana Maffei – l’Istituto è aperto alla contemporaneità, alla creazione attuale, all’oggi. La cultura, l’arte, l’inventiva non sono concetti cristallizzati in tempi lontani, sono impulsi vitali che devono trovare il loro spazio all’interno del Museo moderno, soprattutto quando sono portatori di messaggi di solidarietà, responsabilità condivisa, speranza, rispetto degli altri e dell’ambiente. Questo progetto è stato selezionato nell’ambito del bando di Valorizzazione partecipata, procedura nata quest’anno dalla volontà di condividere la promozione e conoscenza del patrimonio con le forze attive e le eccellenze del territorio”.
“Siamo particolarmente orgogliose del progetto “Sete e moda contro la violenza” di cui oggi presentiamo i risultati alla Reggia di Caserta perché rappresenta, al di là di ogni nostra aspettativa, un processo di costruzione collettiva ed una storia di resistenza, riscatto ed innovazione creativa in un contesto ad alta criticità – hanno detto Lella Palladino e Daniela Santarpia della coop. E.V.A. – Nato per valorizzare un bene confiscato alla camorra e per potenziare gli interventi per il sostegno all’autonomia economica di donne in uscita dalla violenza, il progetto ha generato un’esperienza di sviluppo locale virtuoso nel quale, grazie ad una rete preziosa di enti pubblici e privati, si intrecciano, rinforzandosi, buone pratiche di inclusione sociale, di promozione della legalità, di economia circolare, di sostenibilità ambientale. “Sete di Libertà” è la testimonianza di una vivacità territoriale in grado di produrre eccellenza e diffondere modelli economici alternativi. Uscire dalla violenza si può, costruire un mondo diverso si può, cominciamo da noi”.
“I beni confiscati sono un tema che riguarda tutto noi da vicino – ha dichiarato l’assessore regionale alla Sicurezza Mario Morcone – E’ il tema del riscatto del nostro territorio nei confronti della criminalità. Sono grato agli amici della cooperativa EVA perché questa è una occasione per le tante donne che trovano in questa terra lavoro, rifugio e occasione di costruzione di un futuro”.
“Quello della violenza sulle donne è un argomento da affrontare a 360° – ha detto il presidente del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Maria Gabriella Casella – non è solo un problema giudiziario, ma anche culturale e sociale. Due sono le parole da utilizzare: sostegno e cooperazione. Sostegno alla donna che ha il coraggio di denunciare perché facendo ciò spesso è costretta a cambiare vita. Cooperazione perché è importante che ci sia una rete per le vittime di violenza”.