Venerdì 27 settembre a Villa Rufolo, Ravello, si tiene la conferenza “Verso la Costiera antica – Piano di gestione sul sito UNESCO Costiera Amalfitana”, promossa dal Centro Universitario per i Beni Culturali di Ravello presieduto da Alfonso Andria con il patrocinio della Comunità Montana dei Lattari.
Come tutti i Paesaggi Culturali (PC) la Costiera Amalfitana è il risultato di molteplici azioni antropiche, nessuna finalizzata a creare paesaggio, tutte mirate ad ottenere benefici (terrazzamento delle pendici per la loro messa a coltura, tipologie edilizie che sfruttano morfologia e materiali del sito di impianto ecc.). Tutte ben attente, tuttavia, a rispettare gli equilibri generali e a generare utili sia per chi operava le trasformazioni sia per la comunità.
Ma oggi le condizioni esterne e interne al sistema comunità-territorio sono profondamente mutate. La domanda d’uso del territorio è infatti radicalmente diversa da quella che ha generato il PC. In origine il territorio veniva adattato per produrre cibo, oggi si pretende di trasformarlo per soddisfare una domanda prevalentemente turistica. La perdita della conoscenza diffusa degli effetti dei singoli interventi e del loro cumulo alimenta oggi domande d’uso poco o per nulla compatibili con gli equilibri del territorio. Oggi i bisogni evolvono velocemente, le tecniche da mettere a punto per soddisfarli debbono seguirli: diventa quindi impossibile testarle sul lungo periodo.
Sono tutti fattori che, se non governati, alimentano un processo evolutivo perverso: la stessa ricerca di vantaggi particolari che ha generato il PC rischia oggi di distruggerlo.
Il Piano di Gestione della Costiera Amalfitana (PdG) è stato quindi avviato con una vision precisa: riattivare il processo di adattamento intelligente e compatibile del territorio alle esigenze della comunità che lo utilizza. Verso la Costiera antica è lo slogan che la definisce.
Dalla constatazione che il risultato brillante dell’adattamento antico è stato dovuto ad una ricerca di profitti ‑ che però contava su una conoscenza diffusa degli effetti di ogni intervento ‑ è poi derivata la mission del Piano: proporre un insieme di azioni capaci di recuperare la conoscenza degli effetti degli interventi e ripristinarne la convenienza.
Ovviamente rispettando principi indicati dall’UNESCO per una efficace gestione di un paesaggio culturale: coinvolgimento di tutti gli attori locali, trasparenza, attenzione alla relazione uomo-territorio, cambiamenti guidati, sostenibilità sociale.
Per ottemperare a quanto previsto dall’UNESCO in fatto di coinvolgimento dei portatori di interesse, prima di avviare la redazione del Piano e dopo aver svolto le analisi preliminari del sistema comunità-territorio, il gruppo di lavoro costituito dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali ‑ su mandato della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino e della Comunità Montana “Monti Lattari” ‑ ha identificato gli attori principali e le problematiche più urgenti. L’insieme di tali analisi ha permesso sia di sistematizzare il processo antico di adattamento del territorio che ha dato origine al Paesaggio Culturale della Costiera, sia di proporne l’evoluzione compatibile.
Una prima versione del PdG è stata quindi illustrata in un giro di incontri con interlocutori privilegiati (amministratori e associazioni). Il confronto ha permesso di mettere a punto obiettivi e linee strategiche di gestione, dalle quali sono state ricavate indicazioni sul trend del sistema in assenza di interventi, sulle procedure da correggere, sulle risorse da utilizzare al meglio.
La versione del PdG risultante dalle osservazioni emerse in tale fase verrà illustrata nella Conferenza indetta per il 27 Settembre 2019, in Ravello, a Villa Rufolo. La Conferenza vuole permettere non solo di valutare l’insieme degli interventi previsti nel PdG ma anche di conoscere quali opportunità offrono le politiche comunitarie, statali e regionali per la loro concreta realizzazione.