Per noi che siamo sito Patrimonio Mondiale in quanto città storiche, quest’anno di chiusure e distacco sociale ha messo ancor più in evidenza qualcosa di cui eravamo già consapevoli: lo spazio urbano storico ricopre inevitabilmente una funzione che va al di là del puro appagamento estetico, dell’aneddotica storica e del richiamo turistico ed economico. Lo spazio pubblico è il luogo della collettività e della socialità, un’eredità culturale da respirare per sentirsi più forti, sani e radicati.
Nel corso di questi 12 mesi abbiamo lavorato in questa prospettiva, immaginando nuove azioni per il futuro nella direzione del consolidamento del rapporto con i cittadini a partire dal riconoscimento della funzione sociale del patrimonio storico, urbanistico, architettonico e artistico.
E’ proseguita l’attività di educazione al patrimonio con le scuole superiori, dove le nostre proposte laboratoriali rispondono perfettamente alle esigenze dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, obbligatori ai fini degli esami di maturità. Poiché il nostro metodo si basa sull’interazione, lo scambio interpersonale e il lavoro di gruppo, è stato necessario moltiplicare gli sforzi per adattare le attività nella cornice di un rapporto “digitale”. Eppure siamo riusciti ad affrontare tematiche complesse: il dialogo interculturale, la comunicazione nell’era dei social media, la trasmissione della cultura intangibile (nel caso specifico, la cucina rinascimentale), l’importanza della fotografia e degli archivi per la conservazione e il recupero della memoria storica. Tutte attività che saranno presentate a giugno nel corso delle Giornate delle scuole per il Patrimonio Mondiale, per il secondo anno in versione digitale.
Abbiamo invece dovuto interrompere le attività rivolte alle scuole primarie e secondarie di primo grado, approfittandone per studiare una nuova proposta, rivolta prioritariamente ai ragazzi fino ai 13 anni, che guarda al dopo-pandemia, in una fase in cui presumibilmente gli allievi torneranno in aula ma in cui non sarà possibile porli a contatto con un operatore didattico esterno. Stiamo quindi progettando un kit-box da consegnare ad alcune classi in via sperimentale, che conterrà materiali per lo studio in autonomia del sito Mantova e Sabbioneta e per l’approfondimento dei concetti di città, di città ideale, di cittadinanza attiva e di responsabilità individuale nella tutela del patrimonio.
Il progetto più complesso a cui l’Ufficio Mantova e Sabbioneta sta lavorando consiste nella realizzazione di un Heritage Center diffuso, un sistema di spazi dislocati nelle due città che consentiranno a cittadini e turisti di esplorare il sito ogni volta da un punto di vista diverso, approfondendone i molteplici caratteri. In questa progettazione l’effetto della pandemia si sta facendo sentire portando al centro gli aspetti dell’inclusione, della partecipazione, della sicurezza. Per quanto si tratti di tematiche rispetto alle quali la riflessione era in corso da tempo, nella situazione attuale esse assumono ancora nuova forza e urgenza. Lo spazio per la partecipazione, ad esempio, non sarà più importante esclusivamente come luogo di formazione, educazione, eventualmente svago, ma assumerà sempre maggior rilevanza la possibilità di mettere a disposizione luoghi sicuri per la fruizione collettiva del patrimonio pubblico, in cui l’esperienza, la socialità, il dialogo dovranno porsi come punto di partenza per una interpretazione originale del patrimonio comune.
Anche dal punto di vista del turismo, in preparazione a quando si potrà tornare ad una dimensione più libera, stiamo ragionando attraverso workshop e dibattiti con gli operatori del settore per renderlo maggiormente sostenibile, inclusivo e sicuro. Il turismo acquisterà un significato diverso da quello che è stato finora, più profondo e incentrato sull’incontro, sullo scambio culturale e sulla sostenibilità ambientale e sociale. Nel frattempo musei e monumenti delle due città hanno approfittato dell’assenza dei visitatori per concentrare attività di pulizia, restauro e consolidamento e nuove progettazioni di mostre ed attività culturali. Ma non solo, in collaborazione con associazioni cittadine, stiamo effettuando un monitoraggio dello stato di accessibilità dei luoghi della cultura e dell’accoglienza, così da poter diffondere una corretta comunicazione e avviare un percorso di miglioramento e di formazione all’inclusione, nell’attesa di una ripartenza culturale e turistica che non deve coglierci impreparati.
– di Ufficio UNESCO Mantova e Sabbioneta.
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