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È di 4 milioni di euro la spesa del MiBACT per arricchire le collezioni dei grandi e dei piccoli musei. E i fondi aumentano con la legge di bilancio.

Negli ultimi due anni il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha acquisito 151 opere al patrimonio dello Stato che sono state destinate ai musei e agli istituti culturali statali. Sculture, fotografie, porcellane, disegni, ma soprattutto quadri; gli acquisti, pari a circa 4 milioni di euro, sono stati effettuati dalla Direzione Generale archeologia, belle arti e paesaggio e sono avvenuti su proposta delle locali Soprintendenze agendo in prelazione su compravendite private o in acquisto coattivo per evitarne l’esportazione.

“Lo Stato rafforza l’acquisizione di opere d’arte – ha dichiarato il Ministro Dario Franceschini – e le restituisce ai cittadini, arricchendo le collezioni dei musei. Una preziosa azione di tutela resa possibile dalle risorse destinate alle acquisizioni, che nella Legge di Bilancio 2018 sono state aumentate di altri 4 milioni di euro”.

Sono 151 le opere d’arte, compresa una collezione etnografica di cento pezzi, acquisite fra il 2016 e il 2017 dal MiBACT- Direzione generale archeologia belle arti e paesaggio, con il parere favorevole del Comitato tecnico scientifico Belle arti, sui fondi destinati agli acquisti coattivi per un totale di euro 3.891.900,00.
Su segnalazione degli uffici esportazione (che propongono l’acquisto delle opere al prezzo dichiarato nella richiesta di autorizzazione all’uscita dal territorio nazionale) e delle soprintendenze (che propongono di esercitare la prelazione quando un’opera vincolata viene posta in vendita) sono entrati a far parte delle collezioni capolavori come: il Ritratto di Abbondio Rezzonico di Pompeo Batoni per la Galleria nazionale di Palazzo Barberini, la Marina di Gustave Courbet destinata alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, i due importanti dipinti di Bernardo Strozzi, che ora si trovano rispettivamente nelle Galleria dell’Accademia di Venezia e nella Galleria di Palazzo Spinola a Genova, l’Allegoria del lavoro di Carlo Carrà, destinato alla Pinacoteca di Brera, un dipinto del 1954 di Carol Rama per la Galleria Sabauda di Torino.

Oltre ai nuovi grandi musei, degli acquisti hanno beneficiato anche sedi dipendenti dai poli museali come la Pinacoteca nazionale di Bologna cui è stata assegnata la Santa Prassede di Antonio Carracci o il Palazzo ducale di Gubbio, che ha acquisito una serie di otto immagini di santi di Taddeo di Bartolo.

Fonte: MiBACT