Dedicare attenzione alle ricchezze delle collezioni, raccogliere curiosità e particolarità dai piccoli racconti quasi quotidiani: è questo l’indirizzo che i Musei Civici di Verona danno alle attività campo in questo periodo di chiusura “materiale” al pubblico.
Per garantire una virtuale apertura quotidiana del Museo, il Direttore dei Musei Civici Francesca Rossi, prendendo spunto da alcune riflessioni di architetti, studiosi, artisti e scrittori in relazione al Museo, accompagnerà visitatori virtuali in una passeggiata lunga 10 appuntamenti negli spazi di Castelvecchio. Le prime pillole sono state realizzate poco prima dell’emergenza sanitaria nel Giardino e in Museo. Nel Giardino il pensiero ispiratore è stato quello di Vitale Zanchettin e Maddalena Scimemi, tratto dal volumetto Carlo Scarpa al Museo di Castelvecchio 1964-2014, pubblicazione a cura di Alba Di Lieto e Alberto Vignolo realizzata nel 2014 dal Comune di Verona in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Verona.
Nella straordinaria Galleria delle Sculture firmata Carlo Scarp, il commento del Direttore prende invece avvio da un pensiero del premio Nobel Omar Pamuk dedicato ai musei che donano felicità.
Segue poi l’opera di Pisanello, Madonna della quaglia, rimandando ad un ricordo dell’architetto Maxime Ketoff scritto durante l’allestimento della mostra dedicata al grande artista tardo-gotico nel 1996.
Infine il pensiero dell’architetto Sandro Bagnoli che racconta una conversazione con Carlo Scarpa su un dettaglio della Sacra Famiglia di Mantegna, porterà il Direttore a mostrare il particolare sull’opera esposta e il suo significato.
Si arriva quindi al fiammingo Joachim Beuckelaer che inserisce in un suo quadro una citazione biblica.
Infine gli ultimi video faranno riferimento alle Vite dei pittori veronesi di Giorgio Vasari messe in relazione alle opere di Paolo Morando detto il Cavazzola e di Giovan Francesco Caroto appartenenti alle collezioni del Museo.
Sul fronte scientifico il Museo di Storia Naturale ha già pubblicato la prima video-pillola il 14 marzo scorso raccontando le origini del Museo e l’evoluzione delle modalità espositive dei musei di storia naturale di cui quello veronese mostra praticamente esempi di tutte le possibili realizzazioni. Dal Museo considerato il primo di storia naturale – contemporaneo a quello di Aldrovandi a Bologna e Imperato a Napoli – cioè quello del farmacista/erborista Calzolari, che nella seconda metà del cinquecento allestì la sua camera delle meraviglie nel retro della bottega che aveva in Piazza delle Erbe), si passa al “Museo Zangheri” che risale alla prima metà del novecento ed è allestito come un tipico museo ottocentesco, con vetrine affollate di animali per mostrare la ricchezza e la diversità delle collezioni e della natura. Fino ad esempi delle esposizioni della metà del secolo scorso con vetrine meno affollate ed allestite in modo più didascalico e arrivare poi ai grandi diorami, cioè vetrine con animali contestualizzati nel loro ambiente, che viene abilmente ricostruito intorno ad essi. Questa è una modalità molto usata negli ultimi decenni del secolo scorso.
Per finire c’è il salone “Acqua terra aria” dedicato all’evoluzione degli adattamenti, allestito secondo le più moderne tecniche) usate per la prima volta al museo di New York e di Parigi (Grand Gallerie de l’Evolution) e il primo in Italia nel 2000, dove gli animali sono esposti senza vetrine. Per ciascuna di queste tipologie si scoprirà la ragione e il pensiero che ad esse sottende.
Si proseguirà nel racconto delle collezioni e delle modalità di conservazione degli erbari, delle collezioni zoologiche e delle cosiddette collezioni in liquido (soprattutto in alcool) di molti invertebrati (crostacei, ragni, insetti ecc.) e di alcuni vertebrati come pesci, rettili, anfibi e piccoli mammiferi,
Infine alcuni excursus sull’attività di ricerca che è parte della mission di un museo di storia naturale. In particolare si racconta dei monitoraggi che il Museo sta compiendo sugli effetti di alcuni inquinanti nel territorio veronese, come il glifosate e, nello specifico del video, lo studio in corso sulle microplastiche, la cui presenza in alcuni crostacei del Lago di Garda ci conferma la loro diffusione anche nel nostro lago e ci dà indicazioni di quali sono le aree con maggiore densità di questi invisibili inquinanti che poi arrivano sino al nostro corpo. Infine un breve accenno sulle ricerche di sistematica e biodiversità con le immagini al microscopio di una specie nuova par la scienza trovata sul Monte Baldo e ora in studio ad opera dei ricercatori del museo.
I Musei Civici di Verona hanno avviato #MuseoAgile entrando nelle case dei cittadini e inserendosi nelle campagne di sensibilizzazione #iorestoacasa, promossa anche dal Mibact, e #museichiusimuseiaperti, lanciata dal Museo Tattile Varese.