Lo storico Palazzo della Mercanzia di Firenze diventa un “giardino delle delizie” nel cuore del sito UNESCO: il museo Gucci di Firenze che vi è ospitato ha infatti riaperto al pubblico in nuova veste, attraverso il tocco magico di Alessandro Michele, direttore creativo della maison, che ha letteralmente trasformato la sede museale nel “Gucci Garden”.
Diviso in tre ambienti, il piano terra ospita una boutique dov’è possibile acquistare oggetti unici o a tiratura limitata, creati solo per il Gucci Garden e ispirati alle collezioni della griffe nata nel 1921, scatole con grafiche iconiche della maison, oggetti recenti, manichini rivestiti di raso, memorabilia, Gucci Decor, borse con nuovi disegni di pipistrelli e occhi, oggetti d’arte contemporanea. Sul lato sinistro dell’entrata si accede invece ad un’altra area commerciale che introduce alle due salette dell’Osteria curata da Massimo Bottura, chef da tre stelle Michelin, conosciuto per le sua Osteria Francescana al centro di Modena e per i Refettori.
“Io credo che la cultura del riciclo dei cibi, della guerra allo spreco, visto che con il pane secco si possono fare ottime panzanelle o pappe al pomodoro, ma anche guardare al passato per proiettarsi nel futuro come fa Alessandro Michele con Gucci, siano oggi atteggiamenti vincenti. E io e Gucci, con cui ho deciso di collaborare anche grazie alla mia amicizia con l’ad Marco Bizzarri, con cui eravamo compagni di scuola alle superiori, credo che abbiamo molto in comune”, spiega lo chef introducendo alcuni piatti realizzati da lui e dal suo staff di cuochi composto da cinque giovanissimi assistenti, dai 20 ai 27 anni di età: medaglione di pesce crudo del Mediterraneo, maialino in salsa agrodolce, tortelli con crema all’acqua “buoni anche per allergici al latte” dice Bottura, dessert al cioccolato con crema di mascarpone. “Se la Gucci Osteria funzionerà potrebbe diventare un format”, conclude. “Sono molto soddisfatto di questa trasformazione -commenta Alessandro Michele, apparendo per pochi istanti, cappello nero, capelli più corti e corvini, occhiali dark e un gran raffreddore in arrivo – la boutique sembra un bazar e il museo è stato trasformato in qualcosa di vivo, in una galleria che parla di Gucci grazie a Maria Luisa Frisa, donna di grande talento che ha capito cosa volevo dopo 15 anni di lavoro in questa azienda”. “La Gucci Galleria è organizzata per aree tematiche che vivono e si trasformano – spiega Frisa, curatrice dell’allestimento – non è più un museo ma un luogo che cambia suddiviso in sei stanze, tre al primo piano e tre al secondo”.
“Bene che una città come Firenze ospiti sempre l’eccellenza e che, proprio nell’Anno del cibo italiano, avvenga l’ immissione del ristorante di Bottura che darà a questo magnifico contenitore un valore aggiunto. – ha commentato Carlo Francini, site manager del sito UNESCO di Firenze e coordinatore scientifico dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO – Credo sia importante che si trovino nuove forme per coltivare il legame fra il marchio e la tradizione proprie di Gucci e la città dove il marchio è nato”
Nella sala Guccification viene messa in luce la doppia G e le sue interpretazioni attraverso capi di ieri e di oggi, ma anche con la recente collaborazione con GucciGhost, opera di stilisti quali Simon Foxton. Paraphernalia è dedicata ad altre icone del marchio, i mocassini, il morsetto, il nastro a strisce rosso-verde. Cosmorama ospita le valigie e le borse che fanno parte della nascita di Gucci. In Cinema da Camera viene proiettato il corto Zeus machine/Phoenix, di Zapruder, film sul mito di Ercole. De Rerum Natura mostra capi e accessori ispirati alla natura, ai giardini e agli animali. In Ephemera ci sono documenti, video e oggetti della storia di Gucci.
Fonte: Ufficio Stampa Maison Gucci