“Hic: qui. Il punto dove questa storia inizia e finisce”. Con questa lapidaria frase in seconda di copertina esordiva il primo fumetto ‘ufficiale’ dedicato al Colosseo, firmato da Roberto Grossi e pubblicato nell’ambito della collana “Fumetti nei Musei”, ideata e curata dall’Ufficio Stampa e Comunicazione del MiBACT, in collaborazione con Coconino Press.
Il Parco archeologico del Colosseo, nel sito del Patrimonio Mondiale della città storica di Roma, da ‘qui’ è ripartito per fare del fumetto il medium ideale per raggiungere il pubblico dei più giovani e rendere accessibile attraverso canali non convenzionali e fortemente immersivi per la loro forza visiva la storia millenaria dei monumenti del PArCo.
Così mentre l’archeologo e fumettista del PArCo, Silvio Costa, realizzava nel 2019 autonomamente il primo racconto a fumetti, “Semplicemente mitico!”, dedicandolo alla legenda di Tarpea, il Servizio Educazione, Didattica e Formazione guidato da Andrea Schiappelli, ha realizzato, a partire da un’idea di Federica Rinaldi, il progetto di Alternanza Scuola-Lavoro “Colosseo a fumetti”, coinvolgendo tre Istituti di Istruzione secondaria di II grado di Roma: il Liceo Classico e Linguistico “Aristofane”, il Liceo Artistico “Caravaggio” e il Liceo Scientifico “Ettore Majorana”.
Il risultato fresco di stampa e lanciato in occasione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo – in questa ventesima edizione dedicata proprio al fumetto e al rapporto tra la lingua e le immagini – è “Grosso guaio al Colosseo”, graphic novel tutta incentrata sugli eventi e sulla percezione del Colosseo nel corso dei suoi 1940 anni di storia.
A ogni istituto è stato affidato lo sviluppo narrativo di uno tre periodi in cui è stato diviso il racconto: l’età romana, dalla inaugurazione del Colosseo agli ultimi spettacoli sull’Arena nel 523 d.C., l’età medievale e moderna, dall’occupazione dei Frangipane a partire dall’XI secolo fino alla riscoperta archeologica del monumento alla metà del XIX secolo, l’età contemporanea, dal riutilizzo come simbolo dell’impero, sfondo di eventi politici e propagandistici, a oggi, “spirito-guida” della Città Eterna e icona mondiale.
In ciascuno dei tre periodi sono i fatti storici o le leggende popolari a guidare il racconto e a scandirne i passaggi da un periodo ad un altro: l’incendio al tempo dell’imperatore Macrino nel 217 d.C., la costruzione della torre-fortezza dei Frangipane in guerra con gli Annibaldi, la tradizione del Colosseo tempio di tutti i demoni, fino allo studio delle specie botaniche da parte della contessa Elisabetta Fiorini Mazzanti e alle adunate fasciste.
Gli studenti coinvolti, coordinati da Silvio Costa e condotti nelle attività di preparazione da Silvia D’Offizi, Elena Ferrari e Francesca Ioppi, hanno creato la struttura della storia partendo da un’idea comune, poi sviluppata singolarmente da ogni scuola in base al periodo scelto, facendo in modo che le storie si intrecciassero fluidamente tra loro, ricorrendo allo “spirito” del Colosseo come ‘guida’ del racconto.
Il risultato è “Grosso guaio al Colosseo” – ha commentato Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo – non solo illustrazione visiva delle mille storie del Colosseo, ma lavoro collettivo in cui gli autori sono anche i destinatari del prodotto, in una perfetta circolarità alla base della funzione connettiva del ‘museo’ con la società.
Fonte: MiBACT