Organizzato e promosso da Fondazione Sassi, in coproduzione con la Fondazione Matera-Basilicata 2019, il Festival La Terra del pane – progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, nell’ambito del tema Radici e Percorsi – si è svolto in dieci dense giornate.
Dall’11 al 20 ottobre, con appuntamenti quotidiani dalle 10 alle 22, il Festival La Terra del pane ha offerto un’ampia gamma di attività per adulti e bambini. Persone che hanno seguito più di una giornata, tornando più volte, scegliendo cosa seguire fra gli oltre 70 appuntamenti, ma anche lasciandosi conquistare dall’articolato programma.
Appuntamenti che, seguendo il fil rouge del pane e della terra, fra degustazioni affidate a noti chef e agli alunni dell’Istituto Alberghiero “Turi” di Matera, show cooking che hanno sconfinato nell’arte – uno per tutti l’appuntamento con Vitantonio Lombardo e la curatrice d’arte Serena Mormino – gli interventi musicali dei piccoli alunni dell’Orchestra dell’Istituto comprensivo Minozzi – Festa e i percorsi esperienziali sull’arte bianca realizzati dall’associazione Giallo Sassi nel forno di vicinato della Fondazione Sassi, hanno anche offerto momenti di riflessione. Particolarmente apprezzati, ’incontro con Padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento d’Assisi, i convegni dell’associazione di comunicatori UNA, dell’Alsia e di Assitol. Sold-out per il debutto in anteprima assoluta e per le sei repliche, l’ha registrato lo spettacolo Trent’anni di grano. Produzione originale per il Festival La Terra del pane del Teatro delle Ariette, lo spettacolo ha conquistato il pubblico tanto da far registrare sin dall’esordio il tutto esaurito nel sistema di prenotazione con Passaporto per Matera 2019 e lunghe liste d’attesa per accedere agli eventuali posti disponibili.
“Il Festival La Terra del pane ha offerto al pubblico produzioni originali sia in ambito teatrale che letterario – afferma il presidente della Fondazione Sassi Vincenzo Santochirico – a Matera abbiamo presentato la nuova rivista letteraria de La nave di Teseo e il numero zero di Pantagruel è stato dedicato al nostro festival e al tema del pane. Ospiti d’eccezione del festival sono stati 23 autori di Pantagruel e il direttore generale e editoriale della casa editrice Elisabetta Sgarbi. Incontri che abbiamo denominato I racconti del pane e che hanno avuto per protagonisti autori come Elena Loewenthal, Fulvio Abbate, Yervant Gianikian, Giuseppe Lupo e Gaetano Cappelli. Incontri seguitissimi dal pubblico, tanto che per l’appuntamento con Vittorio Sgarbi, Mariolina Venezia e Raffaele Nigro ai 140 posti di Casa Cava si sono aggiunti i 100 della Sala Conferenze della Fondazione Sassi dove l’incontro era trasmesso in diretta su un grande schermo. Successo di pubblico replicato la sera seguente, quando sfidando il clima non mite un folto gruppo di persone, non trovando posto nella sala conferenze, da uno schermo posto all’esterno ha seguito l’incontro con Antonio Rezza, Antonio Biasiucci e Enrico Ghezzi”.
Grande successo hanno riscosso anche le tre mostre inaugurate durante il Festival La Terra del pane. Poco meno di 700 i biglietti staccati per poter ammirare le opere delle Gallerie degli Uffizi, una mostra Il pane e i Sassi inaugurata alla presenza del direttore Eike Schmidt. Di gran lunga superiore il numero dei visitatori alle due mostre a ingresso gratuito: Io sono una forza del passato, realizzata in collaborazione con l’Istituto Luce Cinecittà e Il senso del pane realizzata in collaborazione con cinque musei etnografici d’Italia.
“Grande attenzione abbiamo riservato nel predisporre appuntamenti per i più piccoli – prosegue il presidente Santochirico – i laboratori del pane, che avevano cadenza quotidiana, sono stati seguiti da circa 200 alunni delle scuole di Matera. E in tanti sono tornati, accompagnati dai genitori, nel pomeriggio per seguire i laboratori di lettura realizzati dalla libreria 365 Storie”.
“Il Festival La Terra del pane è stato seguito con grande attenzione dai media – ricorda il presidente della Fondazione Sassi – i quotidiani regionali e nazionali, le televisioni private, la sede Rai regionale e Rai Cultura e le testate on line hanno realizzato numerosi servizi televisivi e articoli che abbiamo raccolto in una corposa rassegna stampa”.
“La presenza costante e continua del pubblico, l’attenzione dei media, ci consentono oggi di dire che quella che consideravamo la prima edizione del Festival della terra, un appuntamento annuale che conservato lo sperimentato e fortunato format declinasse il tema di base ogni anno in modo diverso, è stata un successo – conclude il presidente della Fondazione Sassi, Vincenzo Santochirico – sicché ci sono tutte le condizioni per proseguire, realizzando una seconda edizione nel 2020.
Non vogliamo disperdere la progettualità acquisita, le relazioni accumulate, e le competenze maturate con il percorso di questo anno, in cui Matera è stata Capitale Europea della Cultura.
Non vogliamo disperdere le competenze che ha maturato il gruppo di undici giovani laureati di Matera, Potenza, Lauria, Pomarico, Ferrandina, Bernalda, Policoro e Altamura che hanno collaborato con la Fondazione Sassi per il Festival.
Per realizzare una seconda edizione, però, oltre al fondamentale supporto dei partner privati che in questo 2019 ci sono stati accanto (Il Festival La Terra del pane è realizzato con il sostegno del fondo etico di: Bcc Basilicata Credito Cooperativo di Laurenzana e comuni lucani e con il sostegno di: Bawer S.p.A, Italcementi S.p.A, Tecnoparco Valbasento S.p.A. e MH Matera Hotel) e di altri che spero si aggiungano, occorre un chiaro e lungimirante impegno delle Istituzioni. Purtroppo, spiace constatare che ad oggi, a pochi mesi dalla fine del 2019, mancano linee guida, indicazioni e programmazione per gli anni futuri, a cominciare dal 2020.
Le fondazioni e associazioni e imprese culturali, fra cui la Fondazione Sassi, devono poter contare su strategie pubbliche di lungo termine, avere certezze su risorse disponibili, obiettivi definiti, dimensioni e caratteristiche delle iniziative. In assenza di un quadro di questo genere diventa arduo, se non impossibile, conservare la centralità della cultura nel futuro e consolidare e sviluppare il ruolo che Matera e la Basilicata hanno conquistato nel 2019”.