Venerdì scorso, nella riunione della commissione Trasparenza del Comune di Napoli, presieduta da Domenico Palmieri, alla quale hanno partecipato anche il Segretario generale Patrizia Magnoni, l’assessore all’Urbanistica Carmine Piscopo, il direttore dei lavori Massimo Santoro e il Responsabile Unico del Procedimento Luca D’Angelo, è stato fatto il punto sullo stato dell’arte del terzo lotto del Grande Progetto UNESCO che comprende, tra le altre, anche piazza Mercato e piazza del Carmine – due delle piazze del Centro Storico Patrimonio Mondiale che, sebbene siano beni monumentali di grande rilievo storico-architettonico – restano un cardine delle attività quotidiane dei residenti.
Primo punto all’ordine del giorno il ritardo nell’avanzamento dei lavori, del valore di oltre cinque milioni di euro, consegnati parzialmente nel 2017, e l’aumento dei costi che hanno reso necessaria la stesura di una proposta di variante. Punto interrogativo anche sui materiali utilizzati e sull’impatto che la chiusura al traffico veicolare della piazza comporterà sulla viabilità circostante. L’assessore all’Urbanistica del Comune di Napoli, Carmine Piscopo, ha ricordato che piazza Mercato rientra nel più ampio intervento denominato lotto 3, un grande appalto che comprende, oltre alla zona Mercato, quelle di Forcella e Banchi Nuovi, con strade già completate e restituite alla fruizione dei cittadini. Impossibile, infatti, pensare all’apertura e chiusura di cantieri in contemporanea, trattandosi di interventi di grande complessità che richiedono necessariamente esecuzioni e consegne parziali. Il ritrovamento di reperti archeologici a piazza Mercato, inoltre, ha sicuramente influito sul rispetto della tabella di marcia originariamente prevista, ma questa non può essere considerata una criticità in senso stretto perché costituisce una valorizzazione della città. “Va, inoltre, chiarito che i tecnici dell’Amministrazione lavorano sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza che, come nel caso del ritrovamento, ha provveduto ad elaborare azioni successive per consentire la conservazione dei reperti. – ha spiegato l’assessore – Una circostanza che, come avvenuto anche sul confronto rispetto al disegno della pavimentazione della piazza, anche questo rivisto su richiesta della Soprintendenza, ha influito sull’aumento dei costi, così come gli interventi sui sottoservizi, sul sistema fognario e il deterioramento dei materiali. “
Nel marzo scorso è stata poi elaborata la perizia di variante, che riguarda tutto il terzo lotto e che sarà a giorni approvata in Giunta, con la rimodulazione dell’intervento in termini economici che conterà anche sul finanziamento di 2 milioni di euro nell’ambito del Piano strategico della Città Metropolitana. “Una volta completato questo intervento- ha concluso Piscopo – e considerando anche i lavori di via Carbonara e di piazza Garibaldi, si sarà riqualificato un intero ambito urbano come non avveniva dal dopoguerra.”
Il direttore dei lavori Massimo Santoro ha approfondito il ragionamento sull’utilizzo dei materiali, in particolare sul basolato vesuviano, spiegando che si tratta “di materiale vincolato che, se non adatto alla riutilizzazione in loco, viene spostato in altre strade, come avvenuto a via Duomo con quello recuperato a via Marina, o ancora, se non più utilizzabile, viene inviato in deposito. Solo il materiale di piccole dimensioni, le così dette “scaglie”, vanno a discarica. Rimanendo su piazza Mercato, la pietra vesuviana, di difficile reperibilità per la scarsità di materiale disponibile e di lavoratori specializzati, ricoprirà l’intera parte centrale della piazza, mentre quella etnea sarà posizionata nelle parti a ridosso di palazzo Ottieri.”
Sarà quasi completamente rifatta, invece, piazza del Carmine che, come piazza Mercato, sarà interamente pedonale, mentre sono stati spostati nelle strade limitrofe i cento posti auto iniziali, aumentati di nove unità.
Fonte: Comune di Napoli