Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Dolomiti UNESCO – presieduto dal vicepresidente e assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione della Provincia autonoma di Trento e diretto da Marcella Morandini – ha incontrato ieri, lunedì 7 settembre, i vertici di Mountain Wilderness. Nel corso del colloquio è stata ribadita da entrambe le parti la volontà di operare favorendo la collaborazione tra tutti gli attori impegnati nella valorizzazione, nella promozione integrata e nella gestione coordinata dell’ambito che comprende Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
I rappresentanti dell’associazione ambientalista hanno presentato i contenuti di un dossier redatto con altre dieci realtà impegnate nella tutela del territorio. Il CDA ha quindi messo in luce il ruolo e l’impegno messo in campo su più fronti dalla Fondazione, che favorisce lo scambio e la gestione coordinata fra i territori coinvolti. Un approfondimento è stato dedicato dunque al senso del riconoscimento UNESCO: non si tratta di una forma di tutela né di un vincolo, ma piuttosto di un’opportunità per le comunità locali per la conservazione attiva del Patrimonio Mondiale. Il ruolo della Fondazione è infatti quello di agire come una piattaforma di dialogo e confronto a livello interregionale, un luogo di negoziazione dei conflitti attraverso la promozione di conoscenza e la costruzione – necessariamente di medio-lungo termine – del cambiamento, anche attraverso la raccolta coordinata dei dati e il monitoraggio del sito, la cui gestione è affidata alle Province autonome e alle Regioni.
La Fondazione – ha evidenziato il presidente – ha avviato uno studio pilota in collaborazione con l’Univeristà Cà Foscari, dedicato alle aree delle Tre Cime di Lavaredo e di Braies con l’utilizzo di big data, funzionali all’elaborazione di strategie di gestione mirate per quanto riguarda ad esempio la mobilità e il turismo sostenibile. A tal proposito, un focus è stato dedicato ai balconi panoramici, punti di osservazione realizzati in luoghi strategici, lungo sentieri già molto frequentati, che hanno lo scopo di creare consapevolezza nell’osservatore rispetto al Patrimonio mondiale. Proprio per valorizzare il paesaggio naturale è strato realizzato uno studio dedicato alle cosiddette strutture obsolete, rispetto alle quali sono state messe in campo delle azioni concrete: in Trentino, ad esempio, è stato rimosso l’ecomostro di Passo Rolle, mentre in Alto Adige sono state interrate le linee elettriche della Val di Sesto e del rifugio Molignon, è stata rimossa la pala eolica Tierser Alp e ristrutturata la cappella dell’ex rifugio Dialer. Non mancano infine i segnali positivi della capacità di attivarsi per la conservazione attiva da parte dei territori, come ad esempio la volontà del Comune di Nova Levante di gestire la mobilità sulla strada del Nigra favorendo la mobilità ciclabile e l’accessibilità per tutti, dai disabili motori alle famiglie con i passeggini.
Fonte: Provincia autonoma di Trento