Poter tornare a frequentare la montagna in sicurezza è fondamentale per la ripresa dei territori dolomitici dopo questi mesi di lockdown. Con il coordinamento della Fondazione Dolomiti UNESCO, le Regioni, le Province, le associazioni alpinistiche e quelle dei rifugi del territorio dolomitico hanno presentato la scorsa settimana a Trento il frutto di un intenso lavoro di dialogo e confronto per creare una comunicazione comune a tutte le Dolomiti, volta a sensibilizzare e informare l’escursionista in modo che possa programmare la propria esperienza di visita nel rispetto delle disposizioni vigenti in ciascuna provincia e regione delle Dolomiti Patrimonio Mondiale.
Sono state così presentate 5 semplici ma fondamentali regole d’oro, che tutti noi quest’estate saremo chiamati a seguire, perché un comportamento responsabile inizia da ciascuno di noi. Le associazioni alpinistiche e dei rifugi hanno poi spiegato le sfide che i rifugisti stanno affrontando, il loro ruolo sempre più centrale nella pianificazione delle escursioni, le responsabilità dell’escursionista nei confronti di se stesso e degli altri, e il mantenimento, nonostante regole nuove, della funzione di ricovero dei rifugi.
Rifugi aperti: 5 regole d’oro per l’estate 2020
- Prenotazione obbligatoria per i pernottamenti e consigliata per i pasti
- Utilizzo di gel e mascherina nelle aree comuni
- Mantenere la distanza in base alle disposizioni
- Chiedere al rifugista quali siano le modalità previste nelle diverse strutture per il pernottamento
- Portare con sé asciugamano e ciabatte
Sono cinque regole, semplici, ma fondamentali, che poggiano sul presupposto che dobbiamo essere tutti noi, in primis, ad avere un comportamento responsabile e che mettono in evidenza i tratti comuni tra le disposizioni per i rifugi dolomitici adottate dalle Regioni e dalle Province che condividono il Sito Dolomiti Patrimonio Mondiale. Cinque regole raccolte in una locandina che sarà diffusa sui canali social e affissa nei 66 rifugi dell’area dolomitica, che coinvolge Alto Adige, Trentino, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
Fonte: Fondazione Dolomiti