di Martina Vacca – Su un colle della Val d’Elsa si staglia imponente la New York del XIII secolo.
Le luci delle torri che svettano nel cielo di San Gimignano non sono quelle avanguardiste di Manhattan, ma richiamano la storia di una città antica che per la sua conformazione urbanistica e per le case-torri gentilizie, la cui altezza esprimeva nel medioevo il potere economico delle famiglie residenti, racconta tutte le strutture tipiche della vita urbana medievale.
In virtù di ciò, il borgo toscano è Patrimonio dell’Umanità dal 1990 “perchè è una collezione d’arte in forma di città”. La cosiddetta “città delle belle torri”, posta sul percorso francigeno per Roma, non cattura solo l’attenzione dei pellegrini che la attraversano, ma anche quella di chi, tra piazze, strade che sembrano cortili, pozzi e fonti, sogna il proprio matrimonio in un angolo immutato di medioevo.
Secondo l’UNESCO il centro storico di San Gimignano e le 14 torri levate sopra i palazzi della cittadina, sono la fotografia di un momento storico che non può essere documentato in altre città come Firenze, Siena, Bologna, nonostante anch’esse presentino monumenti straordinari e architettonicamente prossimi alla NewYork italiana del XIII secolo.
I migliori estimatori di cotanta unicità, nel 2016, sono stati gli sposi inglesi, che, insieme a molte coppie italiane, hanno scelto San Gimignano per celebrare le proprie nozze prediligendo in particolare la Sala di Dante come luogo per la celebrazione. La Sala, che fu affrescata da Azzo di Masetto secondo un tema cavalleresco, rappresenta l’allegoria indiscussa di San Gimignano.