Avranno inizio oggi le analisi approfondite che dovrebbero fare luce sul distacco di intonaco nel soffitto del vano finestra della sala delle Dame di Compagnia della Reggia di Caserta, verificatosi ieri mattina.
Da quanto spiegato in una nota stampa, innanzitutto si consulterà il software della stabilità degli aggetti lapidei, con sensori che rilevano eventuali micromovimenti, che è stato installato dopo il recente restauro della facciata, per verificare se c’è stata qualche vibrazione in coincidenza del crollo, ma dalla Reggia suppongono già che si tratti dell’esito di un rifacimento integrale compiuto dopo un terremoto negli anni ’30, che non ha ben aderito al supporto, e degli interventi di rafforzamento eseguiti nel 1985, quando ancora si realizzavano iniezioni di cemento che nel tempo si sono rivelate talvolta incompatibili con la calce.
“Purtroppo tali problematiche, che non hanno comunque alcun rilievo strutturale, non sono visibili dall’esterno, tant’è che non si erano registrati segnali di distacco nei mesi scorsi quando per la prima volta sono state redatte le schede di rilievo dello stato di conservazione delle finiture interne delle sale dell’appartamento storico. – spiega la nota – La prossima settimana affideremo il lavoro di ripristino.”
Nel frattempo il direttore della Reggia di Caserta, Mauro Felicori, ha reso pubblica la relazione dei tecnici della Reggia, che individua già il crollo dello strato di intonaco di finitura della piattabanda del vano finestra orientale della sala della Dame di compagnia. “Il crollo dello stato di intonaco liscio ha interessato l’intera superficie del soffitto del vano finestra. – si legge – La superficie del sottofondo di intonaco rustico sembra priva di appresature (rugosità, in genere lo strato finale di intonaco liscio si fa su uno strato di arriccio molto rugoso). Il rivestimento in questione non aveva dato segnali di distacco, dato che nei mesi scorsi sono state redatte le schede di rilievo dello stato di conservazione delle finiture interne delle sale dell’Appartamento storico. Nello strato di malta del sottofondo dell’intonaco crollato non si notano segni di infiltrazione d’acqua né di lesioni della piattabanda né altri fenomeni di evidente degrado. In base al fatto che l’intonaco dell’estradosso è crollato tutto insieme si può ipotizzare che si sia trattato di uno strato interamente rifatto e ridecorato nelle riparazioni seguite al sisma del 1930, dato che le foto d’epoca documentano l’esecuzione di lavori di riparazione impegnativi nell’ala sud-orientale degli appartamenti storici. Il vano finestra è immediatamente adiacente alla saletta dell’avancorpo orientale, porzione del palazzo che ha subito danni nel terremoto del 1980. Nel 1985 sono state installate delle catene nella muratura, realizzate con perforazioni armate lunghe e iniezioni di cemento.”.
Il pratica, secondo gli esperti, il distacco dell’intonaco dall’estradosso della piattabanda potrebbe essere attribuito alle sollecitazioni interne causate dall’iniezione della miscela di cemento: da studi fatti negli anni successivi è risultato infatti che il contatto del cemento con la calce genera la disgregazione del legante antico.
“Dopo l’intervento di consolidamento, effettuato dall’esterno non ci sono stati interventi di restauro o verifica della stabilità delle finiture interne nella sala delle Dame. – continua la nota – L’avancorpo orientale è comunque un nodo di vulnerabilità della struttura del palazzo; anche dopo la creazione delle catene interne alla muratura, dopo ogni terremoto, anche con epicentro lontano, nella scala si sono riaperte lesioni d intonaco.”.
Felicori ha aggiunto che all’esterno è stato installato un sistema di monitoraggio della stabilità degli aggetti lapidei, con sensori che rilevano eventuali micromovimenti: consultando il software si potrà verificare se c’è stata qualche vibrazione in coincidenza del crollo dell’intonaco esterno.
Fonte: Reggia di Caserta