Capacità di immaginare e progettare per la propria città attività, iniziative ed eventi che possano – per 12 mesi – essere attrattive dal punto di vista culturale e turistico ma, soprattutto, apportare una crescita al benessere sociale, colmando i gap del digital divide, incrementando la partecipazione pubblica e l’utilizzo delle nuove tecnologie, per una gestione sostenibile possibile di tutti i processi di gestione. Questo è quello che viene richiesto alle città che intendono candidarsi al bando per la Capitale italiana della cultura 2020, on line sul sito del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo da pochi giorni.
Dopo il successo di Mantova nel 2016 destinato a essere eguagliato quest’anno da Pistoia e l’assegnazione del titolo a Palermo per il 2018, quindi, le città che desiderano candidarsi per l’anno successivo a quello di Matera Capitale Europea della Cultura del 2019 possono presentare una manifestazione di interesse, sottoscritta dal Sindaco, riportando i dati richiesti dalle linee guida allegate al bando. Entro il 30 giugno, pena esclusione, le città candidate dovranno inviare un dossier di candidatura secondo le modalità previste dalle stesse linee guida.
“Si apre un’altra sfida appassionante – dichiara il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini – per divenire nel 2020 la prossima Capitale italiana della cultura. Le comunità sono così chiamate a sviluppare una visione di sé capace di far leva sul proprio patrimonio culturale, creativo e paesaggistico per promuovere una crescita sostenibile del territorio. Una competizione virtuosa che ha già coinvolto decine di città stimolando idee e progettualità”.
Il Dossier di candidatura deve contenere e indicare il programma delle attività culturali previste, della durata di un anno, la struttura incaricata dell’elaborazione e promozione del progetto, della sua attuazione e del monitoraggio dei risultati, con l’individuazione di un’apposita figura responsabile, una valutazione di sostenibilità economico-finanziaria. Tutto deve essere “misurabile”: gli obiettivi perseguiti, in termini qualitativi e quantitativi e gli indicatori che verranno utilizzati per la misurazione del loro conseguimento.
La selezione della candidatura vincitrice avviene secondo dei criteri di selezione molto stringenti: a) coerenza del progetto rispetto alle finalità di legge e alle altre iniziative di valorizzazione del territorio e grado di coordinamento e sinergia degli interventi proposti; b) efficacia del progetto come azione culturale diretta al rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale; c) previsione di forme di co-finanziamento pubblico e privato, condivisione progettuale con altri enti territoriali e con soggetti pubblici e privati portatori di interesse presenti sul territorio; d) efficacia della struttura incaricata per lo sviluppo e l’attuazione del Dossier di candidatura e del monitoraggio dei risultati; e) innovatività e capacità delle soluzioni proposte di fare uso di nuove tecnologie; f) capacità del progetto di incrementare il settore turistico; g) realizzazione di opere e infrastrutture di pubblica utilità destinate a permanere sul territorio a servizio della collettività; h) coerenza del cronoprogramma.
Al fine di valutare le candidature per il conferimento del titolo “Capitale Italiana della Cultura 2020”, il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo costituirà una Giuria composta da sette esperti indipendenti di chiara fama nel settore della cultura, delle arti, della valorizzazione territoriale e turistica, di cui tre designati dal Ministro, tre designati dalla Conferenza Unificata Stato, Regioni e Province autonome e uno d’intesa tra il Ministro e la Conferenza Unificata, che svolga la funzione di Presidente. Tale Giuria opererà presso il Segretariato Generale del MIBACT, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, ed è assistita da un’apposita Segreteria, incaricata della gestione dell’iniziativa “Capitale Italiana della Cultura 2020”.