Prima in Italia e seconda in Europa dopo Siviglia, Bologna è dal 2006 Città Creativa della Musica UNESCO. Le eccellenze del passato e la ricchezza del presente fanno infatti di Bologna un luogo perfetto dove produrre e consumare musica.
L’accoglienza di Bologna verso questa arte nell’antichità si deve particolarmente a due fattori: fin dalla seconda metà del secolo XIII, la città fu soggetta all’amministrazione pontificia – per brevi periodi poi alle signorie dei Pepoli, dei Visconti e dei Bentivoglio; viene definitivamente governata dal papato dal 1512 al 1860 – e quindi nelle più importanti chiese cittadine si formavano le “cappelle musicali”, un corpo organizzato di musici (cantori e successivamente anche strumentisti) impiegati nel servizio liturgico e guidati da un maestro di cappella: le chiese divennero dunque laboratori e fucina di talenti. Inoltre, Bologna dal 1088 fu sede dell’Università che già nel 1450 istituì una cattedra universitaria ad lecturam musicae.
A Bologna si sedimentò, quindi, il sapere dei più illustri teorici dell’epoca, protagonisti di lezioni memorabili e di accesi dibattiti e nel 1740 Charles de Brosses la definì “il gran seminario della musica italiana”, contribuendo a farne, tra il XVII e XIX secolo, meta obbligata dei maggiori musicisti d’Europa: Mozart, Liszt, Mendelssohn e poi Farinelli, Rossini e Donizetti la scelsero come dimora per periodi più o meno lunghi della loro vita.
Ad oggi Bologna “la dotta” accoglie prestigiose istituzioni culturali dedite alla musica, dal’ Accademia Filarmonica al il Teatro Comunale, la recente Scuola dell’Opera, il Conservatorio G.B. Martini, il Dipartimento di Arte Musica e Spettacolo. Tutte convivono in un rapporto di proficua collaborazione con importanti rassegne di profilo internazionale, affiancate da una rete di istituzioni didattiche e divulgative: il Museo internazionale e biblioteca della musica, il Complesso di San Colombano con la collezione di strumenti musicali del Maestro Luigi Ferdinando Tagliavini e Baby Bofè, il Festival di musica classica per bambini.
10 anni fa, quindi, l’UNESCO ha riconosciuto questa peculiarità di Bologna, inserendola nel network delle città creative, che ha come obiettivo “la creazione di un legame tra città in grado di sostenere e di fare della creatività culturale un elemento essenziale per il proprio sviluppo economico, offrendo agli operatori locali una piattaforma internazionale su cui convogliare l’energia creativa delle proprie Città e gettando così le fondamenta per proiettare esperienze locali in un contesto globale, con l’obiettivo di promuovere l’industria della cultura.”.
Il “Salotto del Jazz” è una delle manifestazioni bolognesi che meglio si incunea nelle caratteristiche lette dall’UNESCO. Venti concerti, dal 15 giugno al 29 luglio, nella via Mascarella pedonalizzata dalle ore 20 faranno risuonare il centro storico di Bologna.
La manifestazione è promossa da Cantina Bentivoglio, Bravo Caffè e Moustache, che cureranno arredamento e proposte enogastronomiche. Si va dal dixieland al blues, dallo swing al soul-jazz. Inaugura la Roaring Emily Jazz Marchin, poi il jazz classico con le voci di Federico Stragà il 23 Giugno, Chiara Pancaldi il 22 luglio in duo col pianista Cyrus Chestnut. Tra le proposte più contemporanee il quartetto Saxofollia diretto da Marco Ferri (20 luglio) e il trombonista Mauro Ottolini (ambasciatore Unesco del jazz in Italia), con gli Smashing Triads il 7 luglio. E poi la cantante Ginevra De Marco con un omaggio a Mercedes Sosa il 29 giugno, Ilenia Pepper Appicciafuoco con Pepper&The Jellies il 16 giugno; Sugar Pie&Countrymen il 15 luglio. Chiude la Zucu Blues Band di Franco Zuculini, calciatore del Bologna ma anche musicista: ospite il chitarrista Jimmy Villotti.