Annunciato come uno degli anniversari più attesi del 2019, il prossimo 9 novembre saranno passati trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino. Nell’intento di raccontare i fermenti della scena artistica tedesca degli anni Ottanta, dal 12 ottobre 2019 al 19 gennaio 2020 le Gallerie d’Italia di Napoli a Palazzo Zevallos Stigliano ospitano la mostra Berlin 1989, una esposizione sul percorso pittorico in Germania prima e dopo il Muro.
Negli anni Ottanta la pittura tedesca si impone in tutto il mondo, assumendo la denominazione di Neo Espressionismo, e i suoi esponenti Neue Wilden, i “Nuovi Selvaggi”, a sottolineare una certa brutalità di una pittura giocata su gesti enfatici e forte impianto narrativo.
Emerge presto il gruppo di pittori berlinesi, tra loro Rainer Fetting, Helmut Middendorf, Bernd Zimmer, che nel 1977 avevano aperto in Kreuzberg la Galerie am Mortizplatz, uno spazio autogestito: pittura ribelle, la loro, che si ispira all’attualità quotidiana dei media, della musica rock, della cultura punk, così come ai temi di carattere politico, artistico, mescolando alto e basso in piena temperie postmoderna. Pittura giovane e di culto, che in breve, dagli spazi off conquisterà mercato, gallerie e musei.
Agli inizi degli anni Ottanta alcuni sono già molto famosi: Gerhard Richter, Georg Baselitz e Anselm Kiefer stanno conquistando un posto importante nella storia dell’arte. È poi il turno della generazione più giovane, rappresentata da Rainer Fetting, Helmut Middendorf, Bernd Zimmer, Karl Horst Hödicke, Markus Lüpertz, A.R. Penck, Martin Disler, Siegfried Anzinger, Albert Oehlen.
Dopo Le mille luci di New York nel 2017 e London Shadow nel 2018, Berlin 1989 chiuderà il trittico di mostre curate da Luca Beatrice e dedicate a quelle città che, sul finire del Novecento, hanno cambiato la storia dell’arte e non solo, perché la rivoluzione estetica in atto nella città tedesca funzionò da grimaldello anche per la rivoluzione sociale.