Conservare, valorizzare e restaurare le architetture olivettiane, oggetto della candidatura UNESCO ‘Ivrea città industriale del XX secolo’: è lo scopo del seminario di due giorni, il 9 marzo alla Sovrintendenza Belle Arti di Torino, e il 10 marzo al Centro di ricerca Officine H di Ivrea, dedicato ad architetti, studenti e addetti ai lavori. Lo promuovono la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, la Fondazione Centro Conservazione e Restauro ‘La Venaria Reale’, l’Ordine degli Architetti di Torino e la Fondazione per l’architettura/ Torino, che in questi giorni hanno messo a punto il programma.
“I luoghi contemporanei come questi, vivi e vissuti, hanno bisogno di particolari metodologie di restauro – ha spiegato la sovrintendente Luisa Papotti – sono più complessi da preservare perché ancora ricchi di memorie. La loro tutela richiede sforzo e collaborazione tra gli enti come dimostra questo importante e interessantissimo progetto”.
Ivrea, città industriale del XX secolo pone all’attenzione dell’UNESCO il modello di città industriale, elaborato a partire dagli anni Trenta da Adriano Olivetti e diventato poi progetto di comunità, e lega indissolubilmente l’impresa, intesa nel suo senso ampio di produzione e di relazioni sociali, e il territorio.
“La città – si chiarisce nelle motivazione della candidatura – rappresenta la realizzazione di un modello di città industriale, promosso dalla Olivetti, basato su un sistema sociale e produttivo ispirato dalla comunità e alternativo a quello proposto dallo sviluppo industriale del XX secolo”.
Il patrimonio architettonico, lascito della fabbrica alla città copre il 70% del perimetro urbanizzato di Ivrea, e costituisce un esempio di costruzioni residenziali, industriali e sociali di straordinaria qualità. Dopo due rivoluzioni industriali negli ultimi tre secoli, l’Europa registra oggi un crescente interesse nei confronti della rigenerazione urbana delle città postindustriali di significative dimensioni, con una scarsa attenzione alle città piccole e medie.
Fonte: ANSA