A partire da settembre sono stati condotti, da parte di AcegasApsAmga, alcuni lavori di riparazione di una perdita della rete idrica nella parte alta di via della Cattedrale a Trieste, in prossimità della scalinata antistante al piazzale della chiesa di San Giusto, durante i quali si sono rinvenute alcune strutture archeologiche: subito sotto il selciato stradale si è individuato un imponente muro, forse riconducibile ai sistemi fortificatori tardoantichi della sommità del colle di San Giusto.
La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio FVG, a seguito della segnalazione AcegasApsAmga, ha avviato le attività di rilievo e sta coordinando le verifiche necessarie sotto la direzione scientifica del funzionario archeologo Paola Ventura. Grazie alla collaborazione con AcegasApsAmga, che ha incaricato per la sorveglianza archeologica e per gli approfondimenti stratigrafici l’Impresa Archeotest SrL, l’area di scavo è stata ampliata riscoprendo importanti evidenze archeologiche.
Le prime indagini e ipotesi interpretative
L’approfondimento ha rilevato che il poderoso muro, edificato con orientamento traverso rispetto all’asse viario romano, è impostato su preesistenti strutture, solo in parte per ora messe in luce, ma probabilmente interpretabili come opere di terrazzamento di epoca romana.
Le fondazioni del muro individuato poggiano inoltre sui resti di un magazzino di forma circolare di epoca tardoromana, che conservava ancora sul fondo parte dei semi che furono lì custoditi e tracce dell’incendio di un rivestimento in tavole di legno.
Una volta abbandonato, subito prima della costruzione del grande muro, il silos è stato riempito da frammenti architettonici e da un enorme blocco di pietra squadrato, con cornici scolpite, che riporta tracce di un’iscrizione.
Il blocco proviene con ogni probabilità dalla soprastante area, ove insistono i monumentali Propilei, da poco restaurati e resi nuovamente accessibili al pubblico nella parte inglobata nel campanile della Cattedrale di San Giusto, accanto a quella già visibile sotto il piazzale, accedendo dal limitrofo Museo d’Antichità J.J. Winckelmann.
Le indagini sono attualmente in corso e si prevede di portare in luce l’intero perimetro del magazzino, effettuando analisi paleobotaniche delle sementi, nonché di procedere alla messa in luce del blocco architettonico, per poter svelare il testo dell’iscrizione e procedere al suo consolidamento ed eventuale recupero.
L’area di rinvenimento
L’area di scavo, nota per gli importanti resti di epoca romana come la Basilica civile e, poco distanti, i Propilei, aveva già restituito importanti tracce della Tergeste antica: poco distante infatti, in via Montecucco, nel 2019 era stato identificato, sempre a seguito di scavi condotti da AcegasApsAmga sotto la direzione scientifica della Soprintendenza, la presenza di un tracciato stradale, utilizzato durante un lungo arco temporale e citato nelle mappe storiche, la cui fase iniziale può essere fatta risalire all’epoca romana altoimperiale.
Fonte: Uff. Comunicazione Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia