A poco meno di venti anni dalla Conferenza nazionale del Paesaggio del 1999, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo lancia gli Stati Generali del Paesaggio come occasione di riflessione e di approfondimento sul futuro delle politiche paesaggistiche in Italia. L’idea nasce dalla consapevolezza che il paesaggio, con l’ambiente e il territorio, costituisca il contesto in cui i cittadini vivono. La trasversalità della tematica deve incentivare le istituzioni verso una comune azione per la sua tutela e valorizzazione.
Nel corso degli Stati Generali del Paesaggio verrà presentato il I° Rapporto sullo stato delle politiche per il paesaggio dell’Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio del MiBACT. Il Rapporto costituirà la base di partenza delle riflessioni dei circa quaranta relatori suddivisi in cinque sessioni tematiche. La giornata del 26 ottobre si aprirà con la lectio magistralis del Cardinale Gianfranco Ravasi, dal titolo «Pose l’uomo nel giardino per coltivarlo e custodirlo. Paesaggio, spiritualità e cultura».
5 le sessioni in programma, secondo le seguenti tematiche.:
LEGISLAZIONE E DIRITTO AL PAESAGGIO
Esiste un diritto al Paesaggio? Le norme di tutela in gran parte nate nel secolo scorso e un ordinamento giuridico spesso frutto di una stratificazione di norme (ambientali, urbanistiche, edilizie) costituiscono il più idoneo strumento per preservare il patrimonio paesistico del nostro Paese?
Obiettivo della sessione sarà quello di riflettere sullo stato della normativa in tema di paesaggio, anche alla luce delle più recenti riforme intervenute in materia, e sul complesso intreccio di competenze tra Stato, Regioni ed Enti locali.
Inoltre, a poco meno di quindici anni dal Codice dei beni culturali e del paesaggio – e alla luce degli impegni assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione europea del Paesaggio – si ragionerà sullo stato della pianificazione paesaggistica per valutare cosa sarà necessario nei prossimi anni per agevolarne la realizzazione su tutto il territorio nazionale e per sciogliere quei nodi che ancora permangono nel rapporto, spesso complesso, tra vincolo paesaggistico e resto del territorio.
PAESAGGIO: BENE COMUNE E RISORSA ECONOMICA
Cosa occorre fare nei prossimi decenni affinché nelle politiche del paesaggio riescano a coesistere armonicamente i due aspetti di bene comune e di risorsa economica?
La qualità del paesaggio si riflette direttamente sulla produzione di beni materiali esclusivi e distintivi, ad alto valore aggiunto e difficilmente imitabili, di tipo agro-alimentare, artigianale, industriale e nel settore dei servizi, in particolare quelli turistici. Il territorio e il paesaggio costituiscono dunque una risorsa economica di eccezionale importanza.
Eppure gli indicatori sul paesaggio ISTAT e ISPRA – partner scientifici di questi Stati Generali – evidenziano alcune criticità nella consapevolezza di questi aspetti.
PAESAGGIO, POLITICHE DI TRASFORMAZIONE TERRITORIALE E QUALITÀ PROGETTUALE
Sul paesaggio intervengono, direttamente o indirettamente, quasi tutte le scelte di politica economica e sociale (infrastrutture, edilizia, energia, agricoltura, ecc.): come favorire la sinergia tra i diversi livelli istituzionali coinvolti nel governo del paesaggio?
Il paesaggio è una realtà in divenire. Affinché la sua trasformazione abbia carattere positivo e non regressivo, questa deve essere ispirata e orientata da giusti principi.
Favorire progetti sostenibili, contrastare il consumo di suolo, valorizzare i paesaggi e le loro storiche vocazioni, rivitalizzare i borghi, sostenere i processi di rigenerazione urbana delle periferie, guarire le trasformazioni infelici e avere il coraggio di demolire, promuovendo la qualità architettonica e urbanistica degli interventi, richiedono un impegno politico e una visione organica di lungo periodo.
LEGALITÀ E INCLUSIONE SOCIALE: VERSO IL DIRITTO A PAESAGGI DI QUALITÀ
Quale ruolo possono assumere le politiche paesaggistiche nella promozione e diffusione della cultura della legalità?
La Convenzione europea, firmata a Firenze nel 2000, indica il paesaggio come un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni tanto nelle zone paesaggisticamente rilevanti quanto in quelle della vita quotidiana, nei centri storici come nelle periferie. Tuttavia il quadro non è omogeneo su tutto il territorio e si evidenziano situazioni di degrado, abusivismo, malessere sociale e criminalità.
CULTURA DEL PAESAGGIO: EDUCAZIONE, FORMAZIONE E PARTECIPAZIONE
Il potenziamento della cultura del paesaggio nei cicli educativi e la creazione di una specifica formazione per i professionisti del settore possono rafforzare la percezione del paesaggio come aspetto qualificante delle nostre vite?
I padri costituenti, con lungimiranza, hanno riconosciuto il valore etico-culturale del paesaggio, stabilendo un legame inscindibile tra sviluppo, ricerca, cultura, ambiente e tutela del patrimonio artistico-architettonico. Il paesaggio è l’espressione iconografica delle genti che lo abitano e lo trasformano, è lo specchio della loro cultura e intelligenza: solo la consapevolezza dell’importanza del paesaggio può dunque garantire la conservazione delle eccellenze e vincere il degrado e l’abbandono.
Occorre allora diffondere la cultura del paesaggio, a partire dalla scuola, e promuovere la formazione di specialisti nel settore della conoscenza e della progettazione, sviluppando programmi multidisciplinari destinati ai professionisti del settore pubblico e privato.
Fonte: MiBACT