Il prossimo luglio ad Istanbul si riunisce la 40esima commissione UNESCO per decidere l’inserimento di nuovi siti nell’ambita lista: ci sono 29 candidati e nessuno di questi è italiano, nonostante che siano 40 quelli nella “tentative list”, anche da più anni.
Con ben 51 siti in lista il Belpaese ha potuto a lungo vantare di essere “primo Paese al mondo per patrimonio culturale dell’Umanità”. Il riconoscimento UNESCO però non è una medaglia da collezionare ma un dispositivo di valorizzazione e tutela e va quindi considerato come tale, con un occhio di riguardo alle realtà estere che vi si avvicinano in questi ultimi anni, dopo un processo di crescita di consapevolezza rispetto al proprio patrimonio interno.
Il quotidiano laRepubblica riporta di come Franco Bernabè, neo eletto presidente della Commissione Italiana UNESCO, abbia spiegato le ragioni dell’assenza dell’Italia e di quale tipo di politica si sia segnata per il futuro. “In passato è stata fatta una scelta, una sorta di regalo diplomatico alle altre nazioni. L’iter per il riconoscimento Unesco è lungo e complesso e due anni fa circa si è scelto di non candidarci: l’Italia da lungo tempo è in testa a questa classifica e c’era la necessità di un riequilibrio delle varie nazioni. Così nel nessun italiana è in lizza ma forse l’anno prossimo avremo più chance di andare a colpo sicuro con la nostra scelta, ovvero quella di presentare Ivrea città industriale del XX Secolo. Il mio invito alle amministrazioni è quello di preservare e rivalorizzare al meglio le proprie bellezze o valori. Solo così, se ci sono i presupposti, si potrà essere riconosciuti patrimonio dell’umanità. Molte nazioni meritano titoli e forse altre di perderne. Il concetto che noi vogliamo far passare è l’importanza della tutela del nostro patrimonio. Dobbiamo difendere le nostre risorse, non attaccare per le classifiche. Le cose cambiano e anche noi dobbiamo adattarci. Per questo come Unesco Italia stiamo pensando di cambiare il sistema: non più solo candidature spontanee ma un ruolo proattivo nostro, di mappatura e selezione. In futuro faremo una sorta di inventario di ciò che dobbiamo valorizzare. Tutti quanti dobbiamo fare uno sforzo per tutelare il nostro patrimonio”.