È partita dal Vinitaly la candidatura delle Colline del Prosecco, territorio dove si coniugano ambiente e viticoltura di qualità, nel cuore della provincia di Treviso, a Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Il «via» alla corsa verso il riconoscimento è stato dato dal Presidente del Veneto, Luca Zaia, affiancato dal Presidente del Consorzio del Prosecco Docg di Conegliano-Valdobbiadene, Innocente Nardi, e dell’Advisor del Progetto, Ottavio Di Bella. Presenti, tra gli altri, il vice Presidente della giunta regionale e gli assessori all’agricoltura, al turismo, alla cultura, e al sociale; sindaci dei Comuni dell’area facenti parte dell’Intesa Programmatica, Consiglieri regionali, rappresentanti della Provincia e della Camera di Commercio di Treviso.
«Il dossier tecnico è chiuso – ha annunciato Zaia – con la partita Unesco andiamo a competere al massimo livello mondiale convinti di poter vincere, perché proponiamo un sito unico al mondo e valorizziamo non solo la sua straordinaria qualità produttiva vitivinicola, ma anche un ambiente di pregio trattato come tale dai viticoltori, e una storia che risale a decenni e decenni addietro, quando gli agricoltori che io chiamo `eroici´, con le sole mani e le zappe, si spezzarono la schiena e riuscirono a sostituire i rovi e le sterpaglie che c’erano con meravigliose vigne. Il riconoscimento Unesco – ha tenuto a sottolineare il Presidente del Veneto – è un marchio che non porta vincoli, ma valorizza un sito in tutto il mondo. È il massimo al quale si può ambire, e non porterà benefici solo alle Colline del Prosecco ma a tutta l’enologia del Veneto. Proprio ieri – ha concluso – ne ho parlato al Ministro Martina, che mi ha assicurato l’appoggio del Governo e una sua visita ai luoghi coinvolti dalla candidatura». Il Prosecco, citato per la prima volta in un documento scritto nel 1754, è divenuto il prodotto distintivo di quest’area collinare, sintesi di una originale combinazione tra pratica agraria tradizionale e ricerca scientifica applicata, ed è oggi il vino italiano più esportato. «Oggi – ha detto Nardi – il Prosecco viene esportato in più di 100 Nazioni ed è il risultato di un’imprenditorialità progredita e diffusa, abbinata ad una vera e propria cultura del territorio. Non siamo né saremo mai un museo, ma un sito dove si fa viticoltura di qualità abbinata alla bellezza del territorio e alle sue peculiarità».
L’Advisor della candidatura Di Bella ne ha illustrato le principali caratteristiche tecniche. Il procedimento di valutazione internazionale si sviluppa in circa 2 anni, durante i quali tecnici e osservatori Unesco si recheranno in sopralluogo nell’area e ne valuteranno la rispondenza alle caratteristiche della candidatura. Il processo, tra l’altro, postula l’avvio di un percorso di concertazione e di sviluppo con tutti gli Enti Territoriali, le Istituzioni scientifiche e gli ulteriori portatori d’interesse, pubblici e privati, sia sui contenuti della candidatura, sia per il futuro assetto di governance per il futuro sito Unesco. «Ci stiamo lavorando da tempo – ha detto in proposito il Presidente della Regione – ora è il momento di lanciare la volata finale verso l’obiettivo». Il Prosecco Docg dell’area ha un impatto importante per l’economia locale: annovera infatti quasi 3.300 viticoltori, 445 vinificatori, oltre 180 Case Spumantistiche, quasi 5.500 addetti.
Fonte: corrieredelveneto.corriere.it