Se ne parla: a Venezia arriva un ticket sugli sbarchi, secondo quanto previsto dal’ emendamento alla manovra finanziaria per il 2019.
Secondo il documento, pubblicato in G.U. del 31 dicembre, “il comune di Venezia è autorizzato ad applicare per l’accesso, con qualsiasi vettore, alla Città antica e alle altre isole minori della laguna, il contributo di cui all’articolo 4, comma 3-bis, del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, alternativamente all’imposta di soggiorno di cui al comma 1 del medesimo articolo, entrambi fino all’importo massimo di cui all’articolo 14, comma 16, lettera e), del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.”.
Il valore della cosiddetta “tassa di sbarco” potrà essere compresa fra 2,5 e 5 euro in base al periodo, ma potrà salire a 10 euro in altissima stagione. Le funzioni di sostituto d’imposta dovrebbero essere svolte dalle compagnie che fanno servizio di trasporto a fini commerciali (pullman, aerei, navi da crociera). L’obiettivo della misura è quello di frenare il turismo “mordi e fuggi” di un giorno e aumentare il gettito ed è un dispositivo già previsto per alcune isole minori come le Eolie e l’Elba.
Ma è questa una soluzione per tutelare Venezia dalle problematiche create dal turismo di massa?