Da domani il MAR-Museo Archeologico Romano di Positano apre al grande pubblico, dopo un periodo di fruibilità riservato ai residenti. Esso nasce dal recupero di una villa villa residenziale romana, scoperta sotto l’oratorio della Chiesa di SS. Maria Assunta, la cui straordinaria rilevanza scientifica – in particolare del suo triclinium, con la pavimentazione musiva e le pitture parietali di IV stile pompeiano- ha consentito, attraverso l’elaborazione di un importante intervento di restauro e di allestimento in funzione museologica curato dalla Soprintendenza ABAP di Salerno, di rendere fruibile al grande pubblico uno dei più suggestivi spazi archeologici ipogei di età romana rinvenuti negli ultimi anni in Italia meridionale.
Il MAR-Museo Archeologico Romano di Positano è la realizzazione di un progetto che coniuga finalità di conservazione a risvolti di conoscenza, che ha visto la collaborazione tra istituzioni – Soprintendenza, Comune, Curia Vescovile- nel porre al centro il recupero di una vera e propria gemma del passato, unica nel suo genere, per riportare in primo piano il ruolo dei beni culturali nel nostro territorio e indicare nuove strade per il loro fattivo recupero e la loro valorizzazione
Dopo due importanti campagne di scavo il sito, di cui si conoscono le origini sin dal 1758, è quindi pronto a mostrare i suoi tesori. I dettagli del restauro e della conseguente valorizzazione e fruizione del sito sono stati illustrati, nei giorni scorsi, in un incontro a Palazzo “Ruggi D’Aragona” presso la Soprintendenza ABAP di Salerno. Alla conferenza, coordinata da Michele Faiella, Funzionario per la Promozione e Comunicazione – Responsabile dell’Ufficio Stampa della Soprintendenza, hanno partecipato: Francesca Casule, Soprintendente ABAP di Salerno e Avellino; Michele De Lucia, Sindaco di Positano; Silvia Pacifico, Funzionario Archeologo; Diego Guarino, Architetto e Direttore dei Lavori; Walter Tuccino, Restauratore Mibac.
Nel corso degli ultimi dieci anni, due successive campagne di lavori (2004/2006; 2015/2016) hanno messo in luce una porzione di inestimabile interesse archeologico della villa romana di Positano. La presentazione dei rinvenimenti archeologici avviene con la contestuale musealizzazione dei prestigiosi ambienti di pertinenza della soprastante Chiesa Madre.
La rilevanza dei ritrovamenti, la suggestiva collocazione al di sotto del piano di calpestio dell’ambiente ipogeo medievale della chiesa madre, ad una profondità di circa 11 metri, è testimonianza eclatante delle stratificate radici storico artistiche della città costiera. Il percorso di visita rende leggibili i risultati dell’impegnativo intervento di restauro, con la stratigrafia delle trasformazioni, che la storia degli eventi umani e naturali, ha lasciato sulle strutture messe in luce.
Architetture, pitture murali e suppellettili domestiche, attestano poi l’importanza culturale del contesto antico. A conclusione dei meticolosi lavori di scavo, degli interventi di consolidamento delle strutture, delle accurate opere di restauro delle superfici affrescate e delle suppellettili (bronzo, ceramiche, ecc.), sono stati realizzati percorsi aerei (passerelle e scale in vetro e acciaio corten), al fine di rendere accessibile e fruibile al pubblico dei visitatori l’ambiente ipogeo sotto al quale si trova “l’angolo di casa” più bello e antico di Positano.
Fondamentale, per un sito del genere, il controllo del sito affidato ad un sistema di building automation aperto, capace di adeguarsi a tutte le possibili evoluzioni tecnologiche impiantistiche. Oggi il sistema predisposto per il monitoraggio del microclima, oltre a registrare da remoto i parametri microclimatici, svolge il ruolo di attivazione e/o spegnimento delle macchine tese a stabilire un impianto di climatizzazione passivo, in grado cioè di ripristinare i valori del microclima stabile.
Questo obiettivo può essere garantito dalla sinergia con comportamenti idonei per la fruizione del bene, che non apportino eccessive variazioni delle condizioni ambientali. Appare quindi opportuna la regolamentazione degli ingressi, con soglie massime di visitatori. L’obiettivo è di raggiungere un equilibrio, con minime alterazione dei parametri e ridotto intervento degli impianti.
L’intervento di restauro non si è limitato alle problematiche tecnico-conservative ma, in linea con quanto previsto dalla Carta di Venezia all’art.9, si è posto l’obiettivo di “conservare e mettere in rilievo i valori formali e storici del monumento”.
La storia della Villa.
Alla fine del I sec. a.C. anche il vallone che oggi ospita Positano, con la sua spiaggia, con le acclivi pareti calcaree e il microclima particolarmente salubre, diventa sede di una sfarzosa villa d’ozio. L’elite romana già da tempo aveva scelto le coste del Golfo di Napoli e della Penisola Sorrentina per edificarvi lussuose residenze ove trascorrere il tempo libero tra giardini e ricchi ambienti affrescati con spettacolari vedute sul paesaggio costiero. Intorno alla metà del I sec. d.C., la villa era in corso di restauro per i danni prodotti dal sisma del 62 e per un probabile passaggio di proprietà intervenuto nel frattempo. Il terremoto divenne occasione per riproporre una nuova e ricca veste agli ambienti di rappresentanza, come testimonia una delle sale da pranzo della villa, il lussuoso triclinium venuto alla luce nella cripta.
La lussuosa residenza fu danneggiata in modo irreversibile dall’eruzione vesuviana che distrusse Pompei. La colonna eruttiva si innalzò nell’atmosfera per oltre venti chilometri, superando l’alta dorsale dei monti Lattari e ricadendo verso sud.
L’esistenza della villa era nota già da tempo. Karl Weber, addetto agli scavi borbonici, descrive nel 1758 strutture con affreschi e mosaici al di sotto della Chiesa madre e del campanile. Lo studioso Matteo della Corte pensò di aver individuato la villa di Posides Claudi Caesaris, potente liberto dell’imperatore Claudio, da cui deriverebbe lo stesso nome di Positano.
Fonte: MAR-Museo Archeologico Romano di Positano – Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino