Nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, le palafitte di Ledro sono diventate delle piccole star internazionali con una doppia presenza ad appuntamenti di valenza mondiale: una imperdibile occasione di promozione turistica per l’intera Valle di Ledro.
Nel fine settimana scorso i siti palafitticoli erano presenti a “tourismA – Salone dell’Archeologia e del Turismo culturale” a Firenze, presso il Palazzo dei Congressi. L’iniziativa congiunta della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento e del Muse ha fatto seguito alla la partecipazione alla fiera biennale “Monumento” a Salisburgo, interamente dedicata al patrimonio e ai beni culturali con la presenza di 150 espositori fra i quali enti pubblici, istituzioni culturali e aziende specializzate nel campo del restauro e della conservazione dei beni archeologici, architettonici, storici e archivistici.
Il programma ha visto una ricca proposta di conferenze, incontri, seminari e laboratori rivolti sia agli addetti ai lavori sia al pubblico più vasto che ha così potuto gettare uno sguardo “dietro le quinte” sul mondo dei beni culturali, del restauro e dell’artigianato tradizionale.
E naturalmente apprezzare le Palafitte che grazie al sigillo UNESCO oggi rappresentano una delle grandi proposte dell’ambito turistico rappresentato dalla Valle di Ledro. Non a caso l’evento ha ribadito la valenza del patrimonio culturale quale fattore di sviluppo sociale ed economico in stretta connessione con altri ambiti quali la ricerca, l’istruzione, la formazione, l’economia legata alla cultura e alla creatività, il turismo, la sostenibilità e la tutela dell’ambiente.
Insomma un’occasione di rilievo per presentare a livello internazionale l’offerta culturale e museale del Trentino rappresentata dalle palafitte di Fiavé e Ledro. Il riconoscimento ufficiale della validità e dell’importanza di questi due siti trentini è giunto con l’inclusione nel 2011 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dei “siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino” assieme ad altri 109 siti.
Giunto alla quarta edizione, “tourismA” si conferma fra gli eventi di spicco dedicati al patrimonio culturale e archeologico in particolare, momento di esposizione, divulgazione e confronto di tutte le iniziative legate alla comunicazione del mondo antico e alla valorizzazione delle sue testimonianze.
Un appuntamento d’eccezione che ha costituito una prestigiosa opportunità per presentare a livello nazionale l’offerta culturale e museale del Trentino, rappresentata per l’occasione dalle palafitte di Fiavé e Ledro con i rispettivi musei (quello di Ledro in fase di ristrutturazione e ampliamento) e parchi archeologici (quello di Fiavé in fase di realizzazione).
Il riconoscimento ufficiale della validità e dell’importanza dei due siti trentini è giunto con l’inclusione nel 2011 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dei “siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino” assieme ad altri 109 siti.
Lo stand di Firenze è stato curato dal Servizio per il Sostegno occupazionale e Valorizzazione ambientale e riprende la suggestione della “selva di pali” apparsa agli archeologi che hanno effettuato le prime ricerche sui siti palafitticoli.
L’abitato palafitticolo di Molina di Ledro si affaccia sull’omonimo lago, in prossimità dell’emissario. In seguito al forte abbassamento delle acque dovuto alla costruzione della Centrale idroelettrica del Ponale, nel 1929 Ettore Ghislanzoni eseguì le prime indagini su un’area di cinquecento metri quadrati formulando l’ipotesi che si trattasse dei resti di una palafitta a terra o “bonifica”.
Successivamente, l’ulteriore forte abbassamento del livello lacustre che si verificò nell’inverno 1936-37 permise a Raffaello Battaglia di ampliare la superficie di scavo a quattromiladuecento metri quadrati, portando alla luce oltre diecimila pali. Fu individuato un tratto di tavolato di trentasei metri quadrati che Battaglia interpretò – diversamente da Ghislanzoni – come parte della struttura che avrebbe dovuto sorreggere una capanna sull’acqua. Altre ricerche sono state condotte tra il 1957 e il 1967 e tra il 1980 e il 1983.
Gli studi fino ad oggi condotti sui materiali di Ledro permettono di inquadrare la vita del sito tra l’antica e la media età del Bronzo (circa XXII – XIV sec.a.C.), anche se alcuni indizi fanno ipotizzare fasi di occupazione più antiche. I materiali ceramici, sono attribuibili a sviluppi locali delle facies di Polada (antica età del Bronzo) e gardesane meridionali (media età del Bronzo).
L’artigianato metallurgico è indiziato da crogioli, ugelli e forme di fusione e rivela nei prodotti di raffinata fattura (asce, spilloni, ornamenti) forti connessioni con il bacino medio – danubiano. Di particolare rilievo sono i cosiddetti “diademi” in bronzo, con confronti nella necropoli di Pitten (Bassa Austria), come anche i vaghi d’ambra di provenienza baltica o ancora le Tavolette enigmatiche, che inseriscono Ledro in una rete di commerci che in tempi preistorici univa i versanti dell’arco alpino da Nord a Sud, da Est a Ovest.
Il locale Museo delle Palafitte del Lago di Ledro conserva ed espone un’importante selezione di reperti che fanno luce sulle numerose e complesse attività di produzione e di scambio, che quotidianamente facevano vivere il villaggio di agricoltori – pastori e il territorio circostante. Altri materiali sono visibili al Museo di Riva del Garda e al Museo del Castello del Buonconsiglio a Trento.
Da oltre 20 anni il Museo delle Palafitte del Lago di Ledro svolge un’intensa attività educativa e, di concerto con la locale Amministrazione Pubblica, con la Scuola e con il Consorzio per il Turismo della Valle di Ledro, organizza iniziative rilevanti finalizzate alla valorizzazione del sito e del territorio ledrense e ha colto, nel 2017, il considerevole traguardo di 41.000 presenze.
Fonte: Uff. Cultura Trentino