E’ on-line il trentesimo numero di «Territori della Cultura» – la rivista edita dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello e veicolata assieme a «Quotidiano Arte, il Giornale del Patrimonio Culturale». Questo numero di Territori della Cultura contiene gli Atti XII edizione di “Ravello Lab – Sviluppo a base culturale. Governance partecipata per l’Impresa Culturale”.
Tenutosi nell’ottobre scorso, Ravello Lab 2017 ha messo a fuoco contenuti di spessore e di grande utilità, nonché suscitato l’interesse di Confindustria – che ha partecipato ai lavori con la presenza di Renzo Iorio, Presidente
del Gruppo Tematico Cultura e Sviluppo. In occasione dei saluti di apertura dei lavori, lo stesso Boccia aveva spiegato che in Confindustria si abbia “un concetto largo di industria, un’industria manifatturiera sì, ma anche un’industria della cultura e riteniamo che la cultura sia la base rilevante di quello che siamo, bellezza ed equilibrio non solo dei nostri territori, non solo del patrimonio artistico-culturale, il design, la bellezza. Il livello alto dei nostri prodotti in termini tecnologici è un po’ quello che è l’Italia e viene dalla sua memoria e da dove viviamo. Potremmo chiamarla una stagione della consapevolezza, essere consapevoli del privilegio che abbiamo a vivere in Italia.”
In «Territori della Cultura» gli atti di Ravello Lab 2017 presentano gil interventi dei relatori e un sunto delle diverse sollecitazioni raccolte ne corso dei lavori. Ravello Lab fonda infatti il suo valore nella community che – nel corso degli anni – si è riconosciuta nell’originale metodo di lavoro; congiuntamente, il Centro di Ravello e Federculture hanno prescelto questa metodologia per offrire utili ‘Raccomandazioni’ ai decisori politici.
Sono innumerevoli le sollecitazioni emerse dai Colloqui e dalle due sessioni plenarie di Ravallo Lab 2018. Si parte dall’idea di territorio come elemento centrale dell’osservazione e come luogo da stimolare nel quale sperimentare modelli di gestione delle risorse culturali, al fine di liberarne il potenziale di sviluppo e di nuova occupazione fino all’ipotesi di applicare le metodologie di lavoro proprie dei Piani di Gestione dei Siti UNESCO, per un approccio integrato nella governance e nella valutazione del patrimonio culturale, come autentica buona pratica cui ispirare la progettualità dei territori.
Si è parlato molto di Impresa Culturale, che necessita di appropriati strumenti di valutazione e di rendicontazione (accountability) per restituire il complesso valore economico e sociale che la contraddistingue e anche molto si è dibattuto sulla necessità di porre maggior attenzione ai talenti locali e alle industrie creative, anche in riferimento all’attenzione che il Parlamento ha dedicato al tema con la proposta di disciplina specifica.
Inoltre, proprio in linea con gli appuntamenti dell’ Anno Europeo del Patrimonio Culturale e Matera 2019 – Capitale Europea della Cultura, i partecipanti ai lavori si sono confrontati sul tema della partecipazione dei cittadini alla Cultura, come nuova forma di cittadinanza attiva, in applicazione della Convenzione di Faro e nell’auspicio che questa venga al più presto ratificata dal Parlamento italiano.
La rivista «Territori della Cultura» è consultabile sul portale del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali.