Caravaggio e l’impervia strada per diventare un mito; la sua alterna eredità tra immediata adesione e indifferenza all’inizio del Seicento, proprio quando si afferma il gusto barocco. Questo in sintesi il leitmotiv della mostra “L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri” che Intesa Sanpaolo propone nel proprio museo in Piazza Scala a Milano fino all’8 aprile 2018. Il percorso si sviluppa attorno al capolavoro del Merisi, il Martirio di sant’Orsola dalle collezioni della Banca, rientrato da Palazzo Reale alle Gallerie d’Italia.
Il cuore dell’esposizione è costituito dall’inedito e rivelatore confronto tra due opere, entrambe dedicate alla tragica vicenda di Sant’Orsola: l’ultimo dipinto eseguito da Caravaggio a Napoli poco prima della sua morte nel 1610 e la tela realizzata da Bernardo Strozzi negli anni della sua prima maturità (1615-1618).
Con oltre 50 opere di seguaci di Caravaggio, come Battistello Caracciolo e Ribera, e nuovi maestri, quali Rubens, Van Dyck, Procaccini e Strozzi – molte delle quali esposte per la prima volta a Milano – la mostra rievoca le principali vicende artistiche di tre città italiane: Napoli, Genova e Milano, legate all’orbita spagnola in anni di rinnovamento del gusto, tra la rivoluzione tutta tesa al naturale di Caravaggio e la nuova età colorata e festosa del Barocco.
Eccezionale la presentazione in mostra de l’Ultima Cena di Giulio Cesare Procaccini, tela di 40 metri quadrati eseguita per l’amata chiesa della Santissima Annunziata del Vastato di Genova dalle famiglie aristocratiche della città e che è stata oggetto di un lungo e articolato lavoro di restauro presso il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale“. Questo capolavoro restituisce al pittore bolognese radicato a Milano un peso nella storia dell’arte italiana che gli va definitivamente riconosciuto.
Fonte: organizzatori