Una conferenza-spettacolo per mettere a confronto amministratori, cittadini, geologi, botanici, imprenditori, alpinisti ed escursionisti attorno al significato dell’essere patrimonio dell’umanità nelle Dolomiti UNESCO. Questo il fil rouge della serata “9×1=Dolomiti” condotta sabato sera al Teatro “Modena” di Palmanova da Daniele Paroni e Fausta Slanzi ed organizzata dalla Fondazione Dolomiti UNESCO nell’ambito delle iniziative per i Dolomiti Days.
Ospiti d’onore l’assessore alle Infrastrutture e territorio del Friuli Venezia Giulia, Mariagrazia Santoro, in veste di presidente della Fondazione Dolomiti Unesco e Piero Badaloni, giornalista, scrittore ed autore del documentario “Dolomiti. Montagne – Uomini – Storie” dedicato alle cime della catena montuosa, alle sue tradizioni e alle prospettive del suo futuro economico.
La gestione del patrimonio, un unicum composto da nove comprensori montani per 142.000 ettari di territorio che insistono su cinque province e tre regioni, è stato al centro della riflessione di tutti gli interventi. Per Santoro e Badaloni la sintesi della visione necessaria per garantire uno sviluppo economico sostenibile è “l’accrescimento della consapevolezza di appartenere ad un patrimonio dell’umanità”.
La Fondazione, istituita nel 2010, anno successivo al riconoscimento UNESCO, si presenta come “un tavolo che discute del futuro territorio, l’unico luogo nel quale il bene dolomitico può avere una visione comune di sviluppo e integrazione” è la definizione di Santoro, che ha ricordato come l’attività dell’Ente in questi anni sia stata rivolta soprattutto allo sviluppo di un turismo sostenibile e innovativo dal punto di vista della fruizione naturalistica, culturale e della mobilità. “Il sistema amministrativo che governa i territori dolomitici è molto complesso” ha aggiunto Santoro “ma la Fondazione rappresenta proprio uno strumento leggero per garantire il confronto con le istanze delle comunità e lo sviluppo di strategie concrete di promozione e conservazione”.
Un modello unico che è stato replicato a livello internazionale, come hanno evidenziato il vice presidente della Fondazione, Mauro Gilmozzi e la direttrice, Marcella Morandini.
Con lo spirito dell’osservatore esterno, Badaloni ha posto l’accento sulla necessità di concentrarsi sul “cosa” rende le Dolomiti un patrimonio inestimabile nella lettura dell’UNESCO: “un patrimonio di un’importanza strategica da un punto di vista scientifico, con un fascino ed una bellezza che colpiscono ovunque, ma entro il quale si deve ancora imparare a far crescere la consapevolezza del riconoscimento, perché essere coscienti di appartenere ad un patrimonio dell’umanità è ciò che fa l’identità del bene comune” ha detto Badaloni.
Una riflessione su cui si sono trovati concordi anche gli amministratori delle tre città patrimonio UNESCO del Friuli Venezia Giulia, il sindaco di Aquileia, Gabriele Spanghero, la vice sindaco di Cividale del Friuli, Daniela Bernardi, e il sindaco di Palmanova, Francesco Martines, secondo cui il riconoscimento ha avuto un’influenza nella percezione da parte dei cittadini del luogo in cui vivono. Ora, le tre città si attendono di collaborare e creare la rete dei siti UNESCO regionali, che consenta una valorizzazione e promozione univoca ed efficace dei patrimoni in chiave turistico-economica.
A questa sorta di orgoglio, che si accompagna ad un maggior senso di responsabilità verso il patrimonio culturale, storico e naturalistico, si ispira anche il progetto “io Vivo qui nelle Dolomiti friulane patrimonio dell’UNESCO” promosso dalla Fondazione nelle scuole secondarie di I grado. Dopo essere stato realizzato nelle province di Trento e Belluno, dal 2014 si è spostato in Friuli Venezia Giulia, attraverso percorsi e attività che variano scuola per scuola; lo scopo è quello di stimolare i ragazzi ad osservare e conoscere il territorio in cui vivono ed educarli alla valorizzazione del bene di cui sono e saranno responsabili.
La serata ha visto la partecipazione anche dei protagonisti del turismo, del mondo economico, dell’Università e della cultura tra cui Bruno Bertero, Mario Cedolin, Andrea Cella, Graziano Danelin, Ulderica Da Pozzo, Marino De Santa, Marika Freschi, Piero Gianolla, Gianandrea Grava, Andrea Guaran, Cesare Lasen, Giulio Magrini, Cesare Micheletti, Mauro Pascolini, Gilberto Zaina.
Fonte: Agenzia di informazione della Regione Friuli Venezia Giulia