“L’arte dei pizzaiuoli napoletani” sarà l’unica candidatura Italiana nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’umanità Unesco per il prossimo anno.
Ad annunciarlo su Twitter è stato stamattina il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, dopo che la decisione è stata presa all’unanimità dalla Commissione nazionale italiana per l’Unesco su proposta dello stesso Ministero di Martina, con il sostegno del Ministero degli Esteri, e quelli di Università, Ambiente ed Economia.
Scelta perché “rappresenta l’Italia in tutto il mondo”, l’arte di fare la pizza resta quindi baluardo dell’italianità per quel che riguarda la storia del gusto, legata alle vicissitudini storiche del paese, e anche dell’arte del saper fare, riconosciuta dall’UNESCO importante al pari dell’arte e dell’architettura. “Proseguiamo a valorizzare il Made in Italy dopo il grande successo di expo” ha poi commentato il ministro Martina.
Il dossier sarà trasmesso all’Unesco e inizierà un lungo e complesso negoziato che coinvolgerà oltre 200 paesi. La candidatura dell’ “l’arte dei pizzaiuoli napoletani” sarà valutata dall’Unesco, con sede a Parigi, nel 2017 nell’ambito dei beni intangibili. Per la commissione designatrice “l’arte dei pizzaiuoli ha svolto una funzione di riscatto sociale, elemento identitario di un popolo, non solo quello napoletano, ma quello dell’italia. E’ un marchio di italianità nel mondo”. E questa candidatura evita il rischio “scippo” da parte degli americani che nei giorni scorsi avevano annunciato la candidatura della “pizza” american-style. La decisione conferma quanto la commissione aveva già deliberato un anno fa ma che poi non aveva avuto seguito per motivi tecnici legati alle procedure Unesco. Non è stata invece ripresentata la candidatura della “Perdonanza celestiniana dell’Aquila”.
Nel frattempo, ha trovato grande sostegno la campagna #PizzaUnesco, promossa dall’ex ministro dell’Agricoltura Pecoraro Scanio, la cui petizione ha raccolto oltre 850.000 firme e il cui prossimo passo sarà portare alla sede UNESCO a Parigi il primo milione di firme raccolte.
Fonti: ansa.it, adnkronos, askanews