Convegni, incontri nelle scuole e un documentario radiofonico in due tranche sui problemi del mantenimento del patrimonio attraverso le tecnologie digitali
Quali sono le tecnologie e le strategie per la conservazione del patrimonio culturale? Chi decide che cosa salvare quando si tratta di conservazione della memoria? Come faranno le istituzioni a trovare un bilanciamento tra conservazione, valorizzazione e diffusione del patrimonio? Quali limiti porre allo sfruttamento delle copie derivate da matrici digitali?
E’ ripartita da queste domande la seconda parte del progetto ‘Memoria di massa’: convegni, incontri nelle scuole e un documentario radiofonico in due tranche, per sensibilizzare la popolazione – in particolare le giovani generazioni – sui problemi del mantenimento delle memorie digitali, cui viene oggi affidato tutto il patrimonio.
La seconda fase analizza in modo più ampio l’impatto che le nuove tecnologie hanno avuto sulle istituzioni chiamate a gestire il patrimonio culturale del Paese. Grazie anche all’incontro con i ragazzi, questa nuova fase del progetto si apre a futuri sviluppi con una riflessione su come la penetrazione della tecnologia digitale in tutti i campi dell’attività umana ha innescato un imprevedibile processo di trasformazione che interessa sia la sfera collettiva che quella individuale, rendendoci, per la prima volta nella storia dell’evoluzione, testimoni consapevoli e coscienti della nostra mutazione.
Per affrontare la questione, il progetto riprende il via con incontri, laboratori nelle scuole e futuri convegni e anche con la seconda parte del documentario radiofonico, realizzato da Renato Rinaldi e Andrea Collavino, che andrà in onda dal 7 marzo: cinque puntate dal titolo ‘Il Patrimonio Immateriale’, ospitate nella rubrica ‘Tresoldi’, in onda su Rai Radio3 a diffusione nazionale fino a venerdì 11, dalle 19.45 alle 20.
In questa seconda parte si parlerà di come si costruisce il patrimonio culturale, di come questa definizione si sia allargata negli ultimi anni e di come sia in continuo mutamento. Ma anche dell’importanza dei dati digitali relativi a un’opera nel momento del suo restauro fisico, e di come questi si rivelano indispensabili per tutto il processo di valorizzazione, di diffusione e quindi di democratizzazione del patrimonio culturale. E di come le varie istituzioni siano chiamate ad armonizzare i loro archivi per renderli compatibili e dunque veramente accessibili a un pubblico ampio e non specialistico.
Il 10 marzo, la Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli organizza una giornata di studio sul ‘patrimonio immateriale’, ossia come conservare e diffondere il patrimonio culturale con il mezzo digitale. Il 12 e 13, al Kinemax di Gorizia, provenienti dall’Archivio Nazionale Film di Famiglia, la prima struttura italiana dedicata alla conservazione e alla valorizzazione di questo ricchissimo patrimonio audiovisivo inedito, proveniente quasi esclusivamente da contesti non professionali. A maggio, al Teatro Sociale di Gemona, ‘Il film amatoriale come patrimonio storico e sociale’: proiezione di filmati dall’archivio della Cineteca del Friuli, a 40 anni dal sisma, con un patrimonio nascosto altrimenti destinato alla dispersione e all’oblio.
I primi destinatari degli incontri di “Memoria di Massa” sono però gli allievi dei licei artistici, istituti d’arte e istituti tecnici a indirizzo informatico della regione. Come futuri operatori in campo informatico e artistico, saranno quelli chiamati più da vicino a confrontarsi con le modalità e le strategie per il mantenimento e la conservazione del patrimonio culturale del futuro. Incontri sono previsti al ‘Malignani’ e al ‘Sello’ di Udine, al ‘Magrini Marchetti’ di Gemona, al ‘Dante Alighieri’ di Gorizia, al ‘Nordio’ di Trieste e in varie scuole di Pordenone.
Fonte: ilfriuli.it