di Martina Vacca – Pietra miliare nello sviluppo del prototipo di città ideale del Rinascimento, Pienza deve alla lungimiranza di Silvio Piccolomini divenuto poi papa Pio II, il nuovo disegno del suo tessuto urbano, che, grazie all’Umanesimo si tradusse, in contemporanea alla trasformazione fisica cittadina, in una nuova idea di convivenza sociale. Per la prima volta teoria architettonica e pensiero umanistico entrano in contatto e interagiscono dando forma, proprio a Pienza, ad una nuova accezione di spazio urbano.
In ragione di questo progresso urbanistico e sociale nel 1996 Pienza è stata inserita nella WHL incarnando la realizzazione esemplare di spazio urbano e il simbolo di perfezione architettonica e rinascimentale.
Oggi la città, insieme a Castiglione d’Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico d’Orcia, è parte del Parco artistico, naturale e culturale della Val d’Orcia, attraendo turisti da tutto il mondo e proponendosi come meta del wedding tourism con l’arrivo di coppie provenienti soprattutto da Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Olanda, Francia e Canada.
Durante il tragitto verso il Palazzo del Comune per “dirsi SI”, i futuri sposi hanno il privilegio di camminare nel cuore di quella città utopica che per prima agli albori del Rinascimento ebbe un ruolo significativo nello sviluppo urbano dell’Italia intera.
Il Duomo, tra gli altri monumenti, incarna i principi di evoluzione urbanistica vissuti dalla città, nonché la definizione di città “ideale” divenuta parametro ufficiale privilegiato dall’UNESCO e propedeutico all’iscrizione nella WHL.
In due particolari giorni dell’anno a Pienza l’ombra del Duomo riempie perfettamente i nove riquadri della piazza antistante, in un gioco di chiaroscuri che potrebbe rendere il soggiorno dei nubendi ancora più originale e suggestivo.