di Antonio Capitano – Con un finanziamento CIPE di € 1.200.000 il Teatro Marittimo (118 – 125 d.C.) il monumento che più interpreta il ruolo di Villa Adriana come “patrimonio dell’umanità” è stato riaperto lo scorso luglio al pubblico dopo decenni di chiusura.
Oggetto di restauri e di una parziale anastilosi alla metà del secolo scorso, i lavori effettuati tra il 2014 e il 2016 non solo hanno risolto problemi statici, ma hanno anche realizzato un generale maquillage ritessendo le superfici murarie e ridando consistenza alle strutture indebolite dalle spoliazioni e dalle ferite del tempo.
Contigua al Teatro Marittimo è la vasta aula rettangolare denominata Sala dei Filosofi, anch’essa oggetto di importante restauro soprattutto nella reintegrazione di tasselli e bozzette decoesi, nel rifacimento delle fasce laterizie per poter restituire solido appoggio alle specchiature in reticolato e nel consolidamento con iniezioni e resine e applicazione di perni metallici.
Questa riapertura costituisce un primo atto estroverso di un processo inclusivo che vedrà varie aree dispiegarsi nuovamente al pubblico, nel biennio dedicato all’imperatore Adriano. “Un’azione simbolica e concreta – ha affermato Andrea Bruciati, direttore dell’Istituto Autonomo Villa Adriana e Villa D’Este – che si innesta dialetticamente su una frequenza preziosa e antica, che indica in maniera attuativa il nuovo corso del neonato Istituto.”.
E’ del tutto evidente che con la riapertura del Teatro Marittimo vi sono segnali positivi in ordine al richiamo dei visitatori privati per troppo tempo della possibilità di “attraversare” un luogo dalle mille attrazioni. In questo senso sono ipotizzabili anche dei ritorni da parte di coloro che desideravano immergersi nelle atmosfere private di Adriano; ne consegue un prevedibile concreto aumento degli ingressi capaci di migliorare sensibilmente i ricavi già nel corso del 2017 in considerazione del ritrovato interesse turistico nei confronti del nostro Paese, configurando questa stagione un’ottima annata.
Le aspettative del direttore sono quelle di incrementare la qualità dei servizi offerti. Il recente restauro non comporterà alcun aumento del biglietto di ingresso, che attualmente si attesta ad € 8 per l’intero e a € 4 per il ridotto, puntando al visitatore quale parte importante per la trasmissione della bellezza nel mondo; con l’obiettivo di un passaparola che possa alimentare il turismo culturale in una zona ricchissima ma ancora non completamente valorizzata da politiche pubbliche oculate.
Secondo Bruciati il visitatore appagato potrebbe ribaltare la prospettiva finora sacrificata da un sito non completamente “aperto”. Per questo occorre riaprire le aree dismesse o sconosciute, mettendo a sistema tutte le parti territoriali. In primo luogo con un collegamento con la vicina Villa D’Este reso possibile da una facilitazione logistica e dunque con navette, segnaletica nell’ottica di una collaborazione istituzionale a cominciare con il Comune di Tivoli attualmente con una spiccata vocazione culturale a giudicare dagli stanziamenti nel bilancio.
La coincidenza della riapertura della Mensa Ponderaria anch’essa con un restauro di € 40.000 e della Villa D’Este nella giornata di lunedì sono sicuramente il segno tangibile di un nuovo corso che possa segnare una svolta per le ricadute occupazionali, affinché il territorio tiburtino avente due siti UNESCO unitamente al Santuario di Ercole Vincitore e alla Villa Gregoriana gestita dal FAI possa trasformare in tempi brevi le potenzialità culturali in economiche. Forse la chiave di volta in questo senso potrà essere l’effettivo partenariato pubblico- privato.