MINORCAMINORCA

I monumenti archeologici dell’isola di Minorca risalenti al periodo  megalitico, intorno al III millennio a.C., sono candidati a diventare Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco per il loro valore storico e culturale. Minorca è infatti un museo a cielo aperto caratterizzata dalla presenza di ben 32 monumenti, quali talayot, navetas e taulas,costruzioni che si distinguono per l’originalità delle strutture, ma anche per la tecnica con la quale sono stati realizzati, il buono stato di conservazione e la loro imponenza.

I talayot sono costruzioni megalitiche datate intorno al III millennio a.C. ed hanno una forma simile ad un tronco di cono con base circolare, e ricordano molto i nuraghi sardi. La radice del loro nome (atalaya ossia torre di guardia) richiamerebbe il fatto che probabilmente siano state usate come torrioni di avvistamenti e proprio vicino ai talayot finivano per ergersi i villaggi. 

Le navetas, invece, hanno la forma di piccole barche al contrario e costruite con pietre senza l’aggiunta di malta. La loro datazione risale alla fine dell’età del bronzo. Secondo alcuni studiosi sarebbero state usate come abitazioni, mentre la teoria più accreditata vuole che siano state delle tombe collettive con una funzione religiosa, simile a quella avuta nel culto dei morti presente nella civiltà etrusca o in quella egizia. La struttura di navetas più importante presente a Minorca è quella di des Tudons, a 4 km da Ciutadella, a cui sono stati operati degli interventi di restauro nel secolo scorso.

Le taulas, infine, si trovano soltanto a Minorca e sono grandi strutture in pietra accostate di fianco in modo da formare una “T”. Questa forma potrebbe fare riferimento alla personificazione di divinità autoctone, ed infatti tali costruzioni erano usate come altari nelle cerimonie religiose o anche come simbolo per indicare a chi arrivava da lontano la presenza di un luogo sacro.

Situata nella parte orientale dell’isola, la Naveta des Tudons è il monumeno funerario più famoso di Minorca e forse il più antico d’Europa. La costruzione risale all’età del bronzo ed è stata effettuata secondo una tecnica ciclopica, ossia con pietre di medie dimensioni incastrate tra loro senza l’uso di malta, il che lo rende unico nel suo genere. Il nome di questa architettura preistorica deriva dalla sua forma, che ricorda quella di una nave rovesciata. Al suo interno, durante gli scavi archeologici, sono stati rinvenuti alcuni oggetti del corredo funebre, ora esposti al Museo di Minorca, a Mahon (Maó).

Girando l’isola è possibile ammirare anche i “talayots”, che formavano una vera e propria muraglia difensiva per i villaggi minorchini, rigorosamente costruiti in pietra. L’insediamento più importante è quello di Trepucó, sempre nei pressi di Maó, di cui però si conservano solo alcune parti, mentre le altre sono andate distrutte durante la seconda guerra punica. Qui, si trova la famosa Taula di Trepucó, una struttura disposta a forma di T simile a una tavola (da qui il nome taula) alta più di quattro metri.

Altro simbolo della cultura megalitica è la Torre d’En Galmés, il villaggio più esteso di Minorca (66.240m2). La sua ubicazione singolare, in cima a una collina, lo rese adatto sin da subito a ricoprire una funzione di città principale, seppur primitiva della costa sud dell’isola. Qui si possono ammirare case, luoghi di culto, pozzi, stalle e persino un magazzino: una cittadina preistorica a tutti gli effetti.

E ancora, da non perdere è l’insediamento di So na Caçana, risalente all’era talaiotica, nel quale sono state individuate fino a dieci strutture. Inizialmente era stato identificato come un villaggio, ma, a seguito degli scavi archeologici, furono rinvenuti fino a tre recinti di taulas, per cui So Na Caçana è attualmente considerato più come una sorta di santuario-centro cerimoniale che doveva essere legato a varie comunità. Nella zona è stata inoltre localizzata una necropoli, costituita da due grotte naturali e tre ipogei.

Fonte: Ufficio Stampa Isole Baleari