Secondo l’ultimo aggiornamento UNESCO, la World Heritage List attualmente è composta da 1052 siti. Di questi 814 sono beni culturali, 2013 quelli naturali e 35 “Misti”, localizzati in 165 diversi stati del mondo.
L’UNESCO ha quindi modificato la mappa dei territori indicando con la dimensione di ciascuno stato la densità di “beni patrimonio mondiale UNESCO”: ne viene fuori un’immagine strana, magari un po’ buffa anche, ma che dà il senso del tanto, tantissimo, che ancora c’è da fare e da studiare per garantire il giusto riconoscimento, tutela e valorizzazione ai siti culturali di speciale valore in tutti i continenti.
L’Italia – che appare bene …. in carne – conta 51 siti, seguita dalla CIna con 50 e dalla Spagna con 45. La Francia e la Germania hanno rispettivamente 42 e 41 siti nella WHL, mentre India e Messico ne contano 35 e 34. Questo significa, secondi gli storici e gli studiosi, che la storia e la cultura di numerosi angoli di mondo non sono stati sufficientemente studiati e compresi: la sfida è quindi capire la ricchezza delle culture “non mediterranee” o classiche e cercare nuovi modi per raccontarla e difenderla.