Donne e Scienza: un rapporto complicato, che se risolto potrebbe portare nuova e preziosa linfa alla ricerca e al futuro dello studio scientifico.
La Scienza e l’uguaglianza di genere sono entrambe di vitale importanza per il raggiungimento degli obiettivi per lo sviluppo concordati a livello internazionale, inclusa l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Negli ultimi 15 anni, la comunità internazionale ha condotto grandi sforzi per stimolare e coinvolgere la partecipazione di donne e ragazze nella scienza. Purtroppo però, donne e ragazze continuano ad essere escluse da una piena partecipazione nella scienza. Secondo uno studio condotto in 14 Paesi, le percentuali relative alla probabilità che le ragazze conseguano una laurea triennale, una laurea specialistica e un dottorato di ricerca nel campo della scienza, sono rispettivamente del 18%, 8%, e 2%, mentre le percentuali per gli studenti di genere maschile sono 37%, 18%, 6%.
Affinché donne e ragazze ottengano parità di accesso e partecipazione nella scienza, e vengano compiuti ulteriori progressi per raggiungere la parità di genere e l’emancipazione di donne e ragazze, l’Assemblea Generale delle nazioni Unite ha istituito l’11 Febbraio come la Giornata Internazionale per le donne e le ragazze nella scienza.
Se poi consideriamo in dettaglio la situazione in Italia il quadro e’ ancora meno edificante: una recente indagine europea condotta dalla Fondazione L’Oreal per le donne e la scienza ha indicato che l’Italia e’ il Paese europeo con piu’ pregiudizi nei confronti delle donne nella ricerca: addirittura 7 italiani su 10 sostengono che le donne non possiedano le capacita’ necessarie per accedere a occupazioni di alto livello in ambito scientifico.
In Italia come in molti altri Paesi la presenza delle donne negli studi scientifici segue un andamento a piramide, con una base nella quale fin dalle scuole superiori le ragazze rappresentano oltre il 50% degli studenti e che si assottiglia inesorabilmente procedendo verso il vertice: le disparita’ crescono man mano che si avanza verso posti di responsabilita’ e potere decisionale. E’ cosi’ che le donne sono il 30% dei professori associati, il 20% dei professori ordinari e fra gli 80 rettori le donne sono appena 4 o 5.
Tra le iniziative in Italia, quella dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), che decida alle studentesse delle scuole secondarie una mattinata in compagnia delle ricercatrici e dei ricercatori impegnati in un campo affascinante come la ricerca sulle particelle.
Fonte: unric.org