Sono state presentate pochi giorni fa le dieci città che concorreranno alla “finalissima” per l’assegnazione del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2018. I centri che hanno convinto con i loro progetti la giuria presieduta da Stefano Baia Curioni, scelti fra i 21 totali, hanno quasi tutti una caratteristica comune: tralasciando Alghero, infatti, queste città sono tutte collegate alla lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.
Aquileia, le cui vestigia archeologiche sono diventate sito UNESCO nel 1998, Comacchio che è la capitale sull’acqua del sito UNESCO composito di Ferrara, Città del Rinascimento e il suo Delta del Po (1995-97), Erice – Comune della Val di Noto, patrimonio UNESCO dal 2002, Ercolano patrimonio UNSCO dal 1997, Montebelluna che si candida a patrimonio UNESCO con le colline del Prosecco, Palermo nella WHL dal 2015, Recanati, Settimo torinese comune che ricade nelle Aree Protette del Po e della Collina Torinese riserva di biosfera Unesco da pochi mesi e Trento, punto di partenza per le Dolomiti, sito UNESCO DAL 2009.
Alla vincitrice verrà assegnato un contributo di 1 milione di euro e l’esclusione delle risorse investite nella realizzazione del progetto dal vincolo del patto di stabilità. Il titolo è stato istituito dalla legge Art Bonus sulla scia della vasta e virtuosa partecipazione di diverse realtà italiane al processo di selezione per individuare la Capitale europea della cultura 2019.
“Abbiamo ricevuto molte proposte di elevata qualità – riferisce il presidente Baia Curioni – a dimostrazione che le città candidate hanno saputo combinare insieme cultura, partecipazione e creazione di capitale sociale. È il segno che anche grazie alla Capitale italiana della Cultura la capacità di sviluppare progetti integrati è cresciuta su tutto il territorio nazionale”.
La commissione proclamerà quale fra quelle prescelte la Capitale italiana per il 2018 a fine gennaio.