“Aprire le finestre e fare entrare aria nella mia pittura”, così diceva Felice Casorati (1883-1963) del suo studio di Pavarolo, in via del Rubino 1, sulla collina torinese, attiguo alla casa che divenne dai primi anni Trenta dimora estiva della famiglia Casorati. Dal 22 ottobre 2016 lo Studio, che dal 1931 fu luogo di ispirazione per l’artista e per sua moglie Daphne Maugham, apre al pubblico per volontà dell’amministrazione comunale di Pavarolo e della famiglia Casorati, che esaudisce così il desiderio del figlio Francesco.
Il progetto è stato possibile grazie all’opera di riqualificazione strutturale realizzata dal Comune di Pavarolo e al contributo della Compagnia di San Paolo, con il patrocinio di Mab UNESCO CollinaPo. L’obiettivo è riportare alle fattezze originali lo studio del pittore piemontese, luogo ricco di significato per gli abitanti del paese, per trasformarlo in un polo di attrazione turistica sostenibile e di crescita culturale internazionale, che permetta di valorizzare il territorio favorendo anche un incremento economico attraverso buone pratiche tra natura e cultura. Il connubio tra le ricchezze agricolo-paesaggistiche di Pavarolo e la straordinaria produzione artistica di Casorati è un ingrediente significativo della valenza dell’area protetta del Mab UNESCO CollinaPo, prima Riserva di Biosfera “Urban” composta da 85 Comuni che da sempre come Parco regionale del Po e Collina Torinese incoraggia il binomio Arte e Ambiente (vedasi i progetti del parco realizzati con Piero Gilardi, Tea Taramino, Andrea Caretto, Raffaella Spagna, Giangi Parigini e così via) garantendo così ulteriori funzioni di educazione informale sul tema, una maggior attenzione nella tutela e conservazione del territorio, aumento di sensibilizzazione vs la biodiversità e il rilancio di azioni di sostenibilità sociale e culturale.
A inaugurare questo spazio, una mostra dal titolo “Felice Casorati. Opere Grafiche”, curata da Francesco Poli, aperta tutti i fine settimana sino al 30 novembre e poi su appuntamento nei mesi di dicembre e gennaio. Ingresso libero. “Abbiamo volutamente scelto di mostrare un aspetto meno conosciuto del maestro, con un’ampia retrospettiva della sua opera grafica che va dagli anni Quaranta agli anni Cinquanta”, spiega il curatore Francesco Poli.
Il pubblico potrà ammirare 26 opere grafiche, tra le quali le dieci litografe del 1946 della cartella conosciuta con il titolo “Numerus Censura Pondus”, nella quale si ritrovano raffgurati molti dei soggetti più noti presenti nei dipinti. In esposizione anche le litografe incise per illustrare “Le Grazie, Carme di Ugo Foscolo”, per la Collezione del Biblioflo, Torino 1946, e le sei litografe ispirate a “Paul Valéry, Cantique des Colonnes” per il volume in quarto, pubblicato per la Rai nel decennale della fondazione del Comitato franco italiano per la radio diffusione e la televisione e stampato a Torino da Roggero&Tortia nel 1959. Inoltre si potrà conoscere un giovane Felice Casorati, nel 1921illustratore di libri per bambini,e una rara stampa litografica a colori raffigurante il paesaggio di Pavarolo degli anni Cinquanta (“Campi”, 1954), che i visitatori potranno riconoscere tutt’oggi dalle finestre dello studio.
L’idea è stata quella di ricreare l’atmosfera nella quale lavorava Felice Casorati. Le persone che visiteranno la mostra e lo studio potranno rivivere quello spirito anche grazie al video di Fabrizio Galatea con interviste a Felice e a Francesco Casorati, ad amici e a persone di Pavarolo e con immagini d’epoca dello studio e della casa di Pavarolo e di Torino.
Con questa esposizione l’amministrazione comunale di Pavarolo vuole aprire al pubblico le porte del luogo di lavoro del suo più illustre cittadino, a corollario di un’attività culturale avviata nel 1997 con la prima delle sette edizioni del Premio Biennale “Felice Casorati a Pavarolo”. Il concorso era destinato agli allievi delle accademie di belle arti, cui Felice Casorati aveva rivolto negli anni la sua passione di docente. Il Maestro fu anche il primo sindaco di Pavarolo dell’Italia repubblicana al termine della seconda guerra mondiale e dal 1963 riposa nel cimitero del comune della collina torinese.
L’obiettivo di questa Amministrazione – dice l’assessore alla cultura del Comune di Pavarolo Laura Martini – è riportare alle fattezze originali lo studio del pittore Felice Casorati, luogo ricco di signifcato per gli abitanti del paese, per trasformarlo in un polo di attrazione turistica e di crescita culturale, che permetta di valorizzare il territorio favorendo anche un incremento economico. Si tratta di un progetto ambizioso, che mira a creare collaborazioni e scambi culturali e diventare un punto di riferimento per l’arte, collegando Pavarolo a realtà artistiche nazionali ed internazionali”. Il connubbio Pavarolo-Casorati è stata la leva che ha permesso la candidatura del Comune nell’area protetta della Collina Po-Riserva di Biosfera italiana, garantendo così funzioni di conservazione e tutela del paesaggio ma altrettanto di sviluppo e sostenibilità sociale e culturale.
La mostra “Felice Casorati. Opere Grafche” fa parte di un progetto più ampio dal titolo “Pavarolo e Felice Casorati: arte, memoria e territorio”, che prevede il prossimo anno altre iniziative espositive, laboratori didattici e iniziative realizzate in collaborazione con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Il progetto è stato reso possibile grazie all’opera di riqualifcazione strutturale dello studio di Felice Casorati realizzata dal Comune di Pavarolo, al contributo erogato dalla Compagnia di San Paolo e alla collaborazione con l’Archivio Casorati.
Lo spazio in strada del Rubino 1 è stato concesso in comodato d’uso gratuito per trent’anni al Comune di Pavarolo dalla famiglia Casorati, insieme alla disponibilità di utilizzo gratuito della parte esterna dell’abitazione privata della famiglia Casorati di via Maestra 31 per lo svolgimento di manifestazioni ed eventi di carattere culturale organizzati dal Comune di Pavarolo.
Fonte: organizzatori