L’opera dell’architetto franco-svizzero Le Corbusier è stata iscritta nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco fra i siti così detti “seriali”, perché accomunati da una stessa matrice e allocati in diversi luoghi.
La classificazione riguarda 17 opere dell’architetto (nato a nato a La Chaux-de-Fonds, in Svizzera, nel 1887 e morto a Roquebrune, in Francia, nel 1965) che coprono un arco di 50 anni di attività e si trovano in sette Paesi (Francia, Svizzera, Belgio, Germania, Argentina, Giappone e India), a dimostrazione della dimensione planetaria del suo lavoro e della sua abilità nel “creare un nuovo linguaggio architettonico, capace di rompere con il passato”.
Un “approccio innovativo – sottolinea l’Unesco nella motivazione – che ha influenzato profondamente il XX secolo, cercando di rispondere alle esigenze della società moderna”. Tra le opere ‘promosse’ dall’UNESCO, nella patria dell’architetto ci sono la Villa Le Lac in riva al lago Lemano, a Corseaux, e l’Immeuble Clarté a Ginevra, in Francia la Cité radieuse di Marsiglia, ma anche un quartiere di Firminy (nella parte centro-orientale del Paese) e ancora il Complexe di Capitole a Chandigarh (in India), il National Museum of Western Art di Tokyo, Casa Curuchet a La Plata (in Argentina).