Parma proclamata “città creativa per la gastronomia” e Roma “città creativa per il cinema”
Arnaldo Gioacchini
L’Italia segna a suo favore altri due “punti Unesco” in questo caso si tratta di Parma che è stata ufficialmente proclamata a Parigi, dall’Unesco “città creativa per la gastronomia” e di Roma“città creativa per il cinema”. Per quanto concerne Parma è la prima volta che una città italiana ottiene questo prestigioso riconoscimento internazionale. Il negoziato è durato circa sei mesi. La notizia è stata comunicata al sindaco di Parma Federico Pizzarotti da Irina Bokova, direttore generale di Unesco. Si conclude così positivamente l’iter avviato in primavera e concretizzatosi lo scorso 10 Novembre con la presentazione della candidatura a Parigi alla presenza dei massimi organismi Unesco. Insieme al Comune di Parma, che ha coordinato l’intera operazione attraverso l’assessorato alle attività produttive e turismo, hanno lavorato tutte le istituzioni e le associazioni della città, senza dimenticare il contributo dell’associazione di cuochi “Chef to Chef” ed il sostegno della Regione Emilia Romagna. Le altre città creative per la gastronomia proclamate dall’Unesco sono : Bergen in Norvegia, Belem in Brasile, Burgos in Spagna e Phuket in Tailandia. Questo ambito riconoscimento si aggiunge all’altro assegnato, forse con minore “laboriosità” concernendo anche la Città Eterna già Patrimonio Mondiale dell’Umanità, in queste ore al nostro Paese sempre dall’Unesco che ha vaticinato: “Roma città creativa per il cinema”. Si tratta di due ambiti ovviamente differenti ma che, ciascuno per proprio conto, sono annoverabili in un contesto di grande cultura, anche se poi la realtà filmica si è “nutrita”spessissimo, ed anche con delle gran belle “pellicole”, di situazioni enogastronomiche. È il caso di rammentare anche come, sempre l’Unesco, ha annoverato, già da qualche anno esattamente nel 2010, la Dieta Mediterranea e con essa l’Italia nella Lista dei Patrimoni Culturali Immateriali dell’Umanità. Per quanto concerne il cinema, che vien ormai citata da vari decenni come “la settima arte”, è forse interessante sapere che fu Ricciotto Canudo, un noto critico cinematografico del XX secolo che coniò (nel 1911) per il cinema, il termine di “settimana arte” includendolo nel suo “Manifesto delle sette arti”, ciò perché la cinematografia era l’ultima, temporalmente parlando, ad arrivare dopo l’architettura, la scultura, la pittura, la musica, la letteratura e la danza tutte quelle che noi conosciamo come le “belle Arti”. A voler entrare, proprio un minimo, nell’argomento vi è da dire che, come tante altre cose “alte e nobili” culturalmente parlando, fu nell’antica Grecia che già si fece una netta distinzione fra le “arti superiori” (quelle succitate) e quelle “minori” certamente più prosaiche, tattili e numerose delle sette sorelle “maggiori”. Comunque, come è dato vedere pure in questa occasione, il “treno” dell’Unesco ha fatto la sua, anzi le sue due “fermate”, in territorio italiano; e pensare (e forse questo non è molto noto) che l’Italia, prima al mondo per Siti Unesco con i suoi 51 Patrimoni dell’Umanità, non è neppure rappresentata nello speciale decisionale Comitato di questa importantissima Agenzia dell’ONU.